La trattativa va però avanti e spunta l’interesse dello spagnolo Perez
Bocciata. Il board di Atlantia ha ritenuto non congrua l’offerta pervenuta dal consorzio guidato da CDP e che coinvolge anche Blackstone e Macquarie Infrastructure, giudicandola inferiore alle attese. Il CdA ha comunque dato mandato all’amministratore delegato affinché, con l’ausilio degli advisor incaricati, verifichino la possibilità di introdurre i necessari sostanziali miglioramenti dell’offerta. Le trattative andranno ancora avanti nelle prossime settimane, come ha sottolineato anche il neo ministro delle Infrastrutture Giovannini in un’intervista al quotidiano La Stampa. L’auspicio è che le trattative siano rapide perché l’accordo sbloccherebbe importanti investimenti. «L’accordo con CDP eliminerebbe il rischio politico, risolverebbe il problema del debito nella holding (4,5 mld di euro) ed assicurerebbe flessibilità finanziaria ad Atlantia per asset rotation o supportare Abertis, il cui leverage rimane elevato (2022E D/EBITDA a 6.4x)», hanno commentato gli analisti di Equita SIM.
Gli azionisti di Atlantia avrebbero valutato ASPI in un range tra 11-14 miliardi di euro, ben al di sopra dei 9,1 miliardi di euro offerti dal consorzio.
Intanto secondo la stampa spagnola, Florentino Perez, il presidente della società di ingegneria ACS Actividades de Construcción y Servicios avrebbe dichiarato di essere potenzialmente interessato a partecipare all’acquisizione di ASPI reinvestendo parte dei 5,2 miliardi di euro che dovrebbe incassare a a fine marzo su autostrade ed energie rinnovabili dalla cessione di Cobra a Vinci.
Il cda di Atlantia ha inoltre convocato l’assemblea straordinaria il 29 marzo per prorogare al 31 luglio il termine per presentare eventuali offerte vincolanti per il 63% della newco Autostrade Concessione e Costruzioni, alla quale sarà conferito il 55% di ASPI nell`ambito del processo di scissione della società.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI
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