Il 2023 ha registrato un calo dei lavoratori domestici contribuenti, secondo l’Inps: sono stati 833.874, con un decremento rispetto al 2022 pari a -7,6% (-68.327 lavoratori), analogo a quello registrato nel 2022 rispetto ai dati 2021 (-7,3%), dopo gli incrementi registrati nel biennio 2020-2021, dovuti a una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari.
E’ quanto emerge dal report dall’Osservatorio Inps sul lavoro domestico, realizzato con Nuova Collaborazione.
Dalla serie storica degli ultimi sei anni, viene evidenziato il trend decrescente dal 2022 del numero di lavoratori domestici, riscontrato nel complesso, è simile tra maschi e femmine, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di femmine, il cui peso sul totale ha ripreso ad aumentare dal 2022 ed ha raggiunto nel 2023 il valore massimo, come nel 2019, degli ultimi sei anni, pari all’88,6%, spiega il rapporto.
Nel 2023 i maschi, scendendo sotto le 96.000 unità, fanno registrare un decremento di oltre il -23% rispetto al 2022, sottolineando che il fenomeno della regolarizzazione ha interessato maggiormente i lavoratori di sesso maschile.