Nissan Motor chiuderà il suo stabilimento di Changzhou, nella provincia di Jiangsu, per tagliare il 10% della sua produzione in Cina, ha riferito il quotidiano economico Nikkei.
Sempre il quotidiano giapponese parla dell’impianto di Changzhou, gestito congiuntamente con il partner locale di Nissan, Dongfeng Motor, che produceva circa 130.000 veicoli all’anno, tra cui il SUV Qashqai.
Queste ultime decisioni hanno una eco lontana già da fine marzo quando la casa giapponese, quarto produttore al mondo ha deciso di adottare una strategia d’urto contro il calo delle vendite e l’aggressione dei marchi cinesi. Se la migliore difesa è il contrattacco Nissan ha scelto, senza dubbio, di passare decisamente all’offensiva.
Infatti, a marzo la casa automobilistica giapponese aveva annunciato un piano chiamato “The Arc” per reagire alla situazione di calo vendite e recuperare le quote di mercato perdute di fronte alla cannibalizzazione dei cinesi. Il piano che passa per un taglio dei listini, prevede anche nuova strategia che si basa su un drastico taglio dei costi di produzione almeno del 30%.
Con un obiettivo molto preciso: parificare il costo di un auto elettrica a quello di un veicolo tradizionale entro il 2030.
Il taglio dei costi si sta progressivamente attuando anche con le scelte di cui abbiamo scritto prima, la chiusura di uno dei siti produttivi nella provincia di Jiangsu, proprio in Cina.