Il crollo del manifatturiero dell’Eurozona rallenta ad ottobre. L’indice Pmi, misurato da S&P Global è aumentato a 46 punti dai 45 di settembre. Il dato resta ancora ampiamente in contrazione essendo ben al di sotto della soglia critica dei 50 punti. Si tratta del ventottesimo mese di declino consecutivo dello stato di salute del settore, rappresentando la contrazione più lunga dall’inizio della raccolta dati nel 1997.
Guardando ai songoli Paesi il settore manifatturiero francese continua a calare nel mese di ottobre, con la produzione scesa al ritmo più rapido degli ultimi nove mesi, zavorrata dalla scarsità di nuovi ordini, in particolare da parte di clienti internazionali. L’indice Hcob France Manufacturing Purchasing Managers’ Index si è attestato a 44,5 punti, in leggero calo rispetto ai 44,6 di settembre.
Il sottoindice che misura la produzione manifatturiera è sceso a 43,1, rispetto a 44,0 del mese scorso, segnando la peggiore lettura da gennaio, quando si era attestato a 41,0.
L’attività manifatturiera italiana si è contratta per il settimo mese consecutivo a ottobre e a un ritmo più veloce rispetto al mese precedente, mentre prosegue il calo della produzione e quello dei nuovi ordini. L’indice Pmi è sceso a 46,9 da 48,3 di settembre.
Tutte le principali componenti dell’indice si sono attestate al di sotto della soglia chiave di 50. Il sottoindice della produzione manifatturiera si è attestato a 46,8, in calo rispetto a 47,4 del mese precedente, e i nuovi ordini sono scesi a 45,1 da 45,7 del mese precedente.
La flessione del settore manifatturiero tedesco si è leggermente attenuata a ottobre, in quanto produzione, nuovi ordini e occupazione hanno rallentato il loro ritmo di declino, dopo aver registrato a settembre la contrazione più rapida in un anno. L’indice Hcob Germany Manufacturing Purchasing Managers’ Index è salito a 43 punti ad ottobre da 40,6 di settembre, il livello più alto da luglio, ma ancora molto al di sotto della soglia di 50 punti che separa la contrazione dalla crescita. La lettura finale è leggermente superiore alla lettura preliminare di 42,6.
La fiducia delle imprese è rimasta negativa, ma è aumentata leggermente rispetto al minimo recente, con i produttori che hanno sottolineato l’incertezza economica e politica, nonché i timori per i settori automobilistico e dei costruttori, che pesano sulle loro aspettative. Anche le vendite all’esportazione sono diminuite al ritmo più lento degli ultimi cinque mesi, pur rimanendo basse rispetto agli standard storici.