In Italia, il mercato dell’AI, attualmente valutato a 0,8 miliardi di euro, e’ previsto crescere fino a 2,5 miliardi di euro entro il 2027, in linea con le tendenze globali. E’ quanto emerge dal Global Technology Report 2024 di Bain & Company.
«Tuttavia – specifica in una nota Mauro Colopi, Partner di Bain & Company e responsabile italiano Tmt – l’adozione dell’AI nelle imprese italiane è ancora inferiore rispetto alla media europea: solo il 7% delle Pmi e il 24% delle grandi imprese italiane hanno implementato soluzioni di AI, contro una media Ue rispettivamente del 9% e del 30%».
«Questo evidenzia la necessità di iniziative strategiche per accelerare l’adozione dell’AI, ma indica anche un significativo potenziale di crescita per le imprese italiane. L’Italia ha un posizionamento solido in settori strategici come robotica industriale, manifattura e l’aerospazio, dove l’adozione dell’AI potrebbe incrementare il vantaggio competitivo. Tuttavia, un ritardo nell’adozione dell’AI potrebbe compromettere la competitività del Paese nei prossimi anni».
Stesso discordo di crescita legato al mercato globale dell’hardware e software per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Anche qui è destinato a crescere tra il 40% e il 55% all’anno, raggiungendo un valore compreso tra i 780 e i 990 miliardi di dollari entro il 2027.
E’ quanto emerge dal Global Technology Report 2024 di Bain & Company. Secondo lo studio, i carichi computazionali legati all’AI cresceranno del 25%-35% all’anno fino al 2027, con un conseguente incremento della domanda di potenza di calcolo, che spingerà i data center a evolvere verso dimensioni di oltre un gigawatt.
I costi di costruzione di questi grandi data center – attualmente compresi tra 1 e 4 miliardi di dollari – potrebbero raggiungere i 25 miliardi nei prossimi cinque anni.
In parallelo, la crescente domanda di Gpu (Graphics processing unit, unita’ di elaborazione grafica) potrebbe far aumentare del 30% la richiesta di componenti critici entro il 2026, rischiando una nuova potenziale carenza di semiconduttori, simile a quella sperimentata durante la pandemia.