Anche il mercato del giocattolo non è esente da sfide: stanno cambiando le abitudini di acquisto, sempre più frenetiche e meno pianificate; le persone comprano in modo oculato per via dell’alta inflazione ed il calo delle nascite rallenta sicuramente la domanda.
Ma il gioco va oltre il puro divertimento: è un’attività attrattiva, volontaria e spontanea, un modo in cui bambini ed adulti possono testare i loro limiti, fare nuove esperienze e imparare su se stessi e sugli altri. Ha un valore educativo, sociale e culturale che va tutelato e diffuso. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Maurizio Cutrino, Direttore di Assogiocattoli.
Partiamo da qualche dato. Com’è andato il 2024 in termini di vendite e a quanto ammonta il giro d’affari complessivo? L’alta inflazione ha influito nella spesa?
«Nel 2024, il mercato dei giocattoli in Italia – che si attesta intorno ad un valore pari a 1,5 miliardi – ha registrato un calo del 3,4% in valore e dello 0,8% in volumi. Va sottolineato, però, che la seconda metà dell’anno ha visto un recupero rispetto a un primo semestre più negativo. Questo andamento rispecchia la tendenza osservata nei principali mercati europei, dove il calo è stato del 2,4% in valore e dell’1,9% in unità vendute. L’andamento del settore è stato influenzato non solo dall’aumento dei prezzi, ma anche da fattori più strutturali, come il costante calo delle nascite, che riduce progressivamente la domanda di giocattoli».
A livello imprenditoriale invece come siamo messi in Italia?
«L’Italia vanta una lunga tradizione nel settore dei giocattoli, con eccellenze che spiccano sia nel design che nella produzione. Tuttavia, il contesto imprenditoriale nazionale, come quello mondiale, è fortemente influenzato dai grandi marchi internazionali, rendendo difficile per molte aziende locali competere efficacemente. Come sappiamo parte della produzione è stata delocalizzata per ridurre i costi, il che ha indebolito la filiera produttiva locale; il settore dei giocattoli in Italia è ancora vivace, con eccellenze riconosciute e start-up che si affacciano con grande entusiasmo, ma deve affrontare sfide legate alla globalizzazione e all’innovazione tecnologica. Credo che un’opportunità possa arrivare dal segmento educativo, eco-sostenibile, creativo e personalizzato, e l’Italia ha il potenziale per diventare un punto di riferimento, grazie alla sua tradizione e al design innovativo».

Maurizio Cutrino, Direttore di Assogiocattoli foto ufficio stampa
Il mercato italiano come si rapporta a quello europeo?
«In Italia il calo delle nascite è molto più marcato rispetto alla media europea, con un numero che è sceso sotto la soglia critica delle 380.000 di nuovi nati. Questo indica che, nonostante il “trend” negativo sia “condiviso” con i principali paesi europei, in Italia come testimoniano i dati del 2024 la contrazione ha colpito maggiormente il fatturato rispetto ai volumi di vendita, evidenziando un impatto più forte su prezzi e strategie commerciali. Questa dinamica ha un impatto inevitabile sulla domanda di giochi e giocattoli, condizionando le prospettive di crescita nel lungo periodo».
Quali sono ad oggi i giochi più amati e quindi anche quelli più venduti?
«Il mercato del giocattolo classico fortunatamente continua a suscitare un forte interesse e attenzione tra le famiglie italiane, confermando la preferenza per prodotti in grado di unire creatività, manualità e interazione tra bambini e adulti, favorendo la disconnessione digitale. Tra i più apprezzati si confermano, in linea con le tendenze degli ultimi anni, le costruzioni, ma anche i giochi da tavolo e di ruolo, le carte collezionabili e i puzzle. Questi prodotti sostengono la crescita costante della categoria “games & puzzle”, che rappresenta circa il 16% del mercato totale».
Quali sono invece le nuove tendenze? Come si è evoluto il mercato nel tempo anche dopo il Covid? Le abitudini di acquisto sono mutate?
«Il gioco analogico richiede tempo, dedizione e impegno, elementi sempre più preziosi nelle società moderne, dove la frenesia quotidiana rischia di ridurre lo spazio dedicato al gioco a pochi momenti della giornata. Tuttavia, negli ultimi anni, abbiamo assistito a una rinnovata consapevolezza del suo valore. L’esperienza vissuta durante l’emergenza Covid ha portato molte famiglie a riscoprire l’importanza del gioco come strumento di benessere, socializzazione e svago. Costretti in casa, tra incertezze sanitarie e un crescente ricorso al digitale per lavoro e studio, il gioco è diventato una vera e propria valvola di sfogo, un mezzo per riconnettersi con sé stessi e con gli altri. Non sorprendono i dati di mercato dell’anno 2021, che hanno registrato dei risultati molto positivi con una crescita pari a +9% a valore e +13% a volume. Come Assogiocattoli ricordiamo un traguardo fondamentale, unico in tutta Europa, ovvero il riconoscimento del gioco come bene essenziale e di prima necessità nel novembre 2020. Le abitudini di acquisto hanno certamente subito un cambiamento, perché è cambiata la società e siamo cambiati noi».
Sostenibilità ed AI: come stanno impattando ed impatteranno il settore?
«AI e sostenibilità sono le due parole più ricorrenti degli ultimi mesi e anni, su cui c’è la massima attenzione, curiosità ma anche molta diffidenza.
Da un lato cresce l’interesse delle nuove generazione ad un mondo capace di riallinearsi e riprogettare il proprio futuro, che si traduce in una maggiore ricerca in fase di acquisto, su prodotti capaci di esprimere queste sensibilità. Dall’altro AI significa prepararsi ad una nuova rivoluzione industriale e sociale, cercando di tradurne le potenzialità ma anche limiti che possono avere anche degli effetti non sempre positivi. Nel nostro settore non abbiamo ancora vere e proprie applicazioni di questa tecnologia a livello di prodotto finale (se non in fase di progettazione, software, produzione) ma si tratta solo di una questione di tempo».
Cosa prevedete per il 2025 in termini di vendite ma anche di tendenze?
«Come ho già avuto modo di evidenziare, ci troviamo di fronte a un mercato in continua evoluzione e trasformazione, difficilmente paragonabile a quello del passato. Tuttavia, resta saldo il principio fondamentale dell’importanza del gioco, un elemento essenziale e irrinunciabile. Mi piace concludere idealmente questa intervista con una citazione di George Bernard Shaw: “L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.” Ed è proprio così: indipendentemente dall’epoca storica, l’uomo non ha mai smesso di giocare».
In definitiva, conclude il direttore, il gioco non conosce età. E forse, proprio grazie al gioco, possiamo affrontare la vita con uno sguardo più leggero e autentico, preservando quella scintilla di entusiasmo che ci accompagna fin dall’infanzia.