La Banca del Giappone ha lasciato la porta aperta ad ulteriori aumenti dei tassi di interesse, anche dopo aver aumentato il tasso di riferimento a gennaio, per garantire che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2%. Ulteriori aggiustamenti dipenderanno dai dati economici, in particolare dalla crescita dei salari e dall’andamento dei prezzi, secondo i verbali della riunione di politica monetaria della BOJ del 23 e 24 gennaio, pubblicati oggi.
Secondo le proiezioni l’inflazione core del Giappone (esclusi gli alimenti freschi) rimarrà elevata, tra il 2,5% e il 3,0% nell’anno fiscale 2024, prima di diminuire a circa il 2,5% nell’anno fiscale 2025, grazie all’aumento dei prezzi dei servizi, alle persistenti pressioni sui costi e all’aumento dei costi d’importazione dovuto all’indebolimento dello yen.
Sebbene la BOJ preveda una moderazione dell’inflazione, i responsabili politici hanno segnalato rischi al rialzo, tra cui un potenziale ulteriore deprezzamento dello yen e aumenti salariali più rapidi del previsto.
Un fattore chiave nella decisione della BOJ è stato l’ampliamento degli aumenti salariali, con le principali aziende che hanno segnalato ulteriori aumenti nelle trattative di lavoro della primavera 2025.
Tuttavia, permane il dubbio che le piccole e medie imprese possano sostenere aumenti salariali simili, dati i loro margini di profitto più ristretti.