Oggi la premier italiana Giorgia Meloni incontrerà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Meloni è il primo leader europeo a incontrare direttamente Trump dall’avvio della strategia dei dazi voluti dall’amministrazione repubblicana. L’incontro avviene, però, in un contesto caratterizzato da forti preoccupazioni per un peggioramento delle tensioni internazionali, in particolare tra gli USA e l’Europa.
All’inizio di aprile, infatti, Trump ha annunciato un dazio “reciproco” del 20% su tutte le merci importate dall’UE, poi ridotto al 10% per 90 giorni per dar modo alle parti di avviare tavoli di trattative. L’UE, a sua volta, ha sospeso i dazi di ritorsione del 25% che aveva applicato sulle merci in arrivo dagli States.
Ma la giornata sarà densa di altri appuntamenti. I mercati hanno già reagito alle parole di ieri arrivati dal governatore della Federal Reserve Jerome Powell secondo cui la banca centrale statunitense potrebbe trovarsi di fronte a un dilemma tra il controllo dell’inflazione e il sostegno alla crescita economica. Lo ha confermato ieri il governatore della Fed, Jerome Powell in un discorso a Chicago. Per quanto riguarda l’andamento delle politiche monetarie, lo stesso Powell ha dichiarato che “per il momento siamo ben posizionati per attendere maggiore chiarezza prima di prendere in considerazione eventuali modifiche alla nostra posizione politica”.
A differenza di quanto affermato dal presidente USA Donald Trump, il numero uno della Fed ha invece confermato un progressivo rialzo dell’inflazione a causa dei dazi pur sottolineando che è difficile isolare gli effetti delle imposte sugli aumenti dei prezzi.
In altre parole le incertezze che si stanno creando all’orizzonte sono tali e tante che la Fed dovrà capire di volta in volta a quali prestare maggiore attenzione e su quali intervenire.
Una prima reazione sui mercati si è vista immediatamente con un calo generalizzato delle quotazioni, una debolezza che oggi ha investito anche le borse europee che, come il resto dei mercati internazionali, navigano ancora a vista data l’evoluzione imprevedibile delle politiche protezioniste statunitensi. Ma le borse del Vecchio Continente si muovono caute anche per un altro motivo: oggi, infatti la banca centrale europea dovrà pronunciarsi su un eventuale taglio dei tassi.
Ma la guerra commerciale preoccupa anche i vertici delle istituzioni finanziarie dal momento che, oltre ad aggredire il sistema di scambio internazionale “rischia di erodere la credibilità degli Stati Uniti” come confermato dall’amministratore delegato di JpMorgan, Jamie Dimon, in una video-intervista al Financial Times, spiegando che la predominanza che gli USA hanno finora avuto nel mondo sul terreno del commercio “potrebbe essere minacciata dal tentativo del Presidente di rimodellare il commercio globale”. Per questo motivo, ha suggerito Dimon è meglio passare immediatamente ad un dialogo reciproco invece che partire con l’aggressività di una politica di tariffe.