
ll Cdm ha dato mandato a Cdp di avviare, entro il 27 luglio, il percorso che la porterà ad acquisire il 51% della società concessionaria che diventerà una public company
I Benetton usciranno gradualmente da Autostrade e sarà Cassa depositi e prestiti a sostituirli. Dopo quasi due anni, si chiude la complicata situazione di Atlantia in seguito al crollo del Ponte Morandi a Genova. Al termine di una riunione fiume, iniziata ieri sera intorno alle 22 e terminata all’alba, intorno alle 5.30, la famiglia veneta ha accettato tutte le condizioni del Governo: un’uscita dilazionata nel tempo di Atlantia da Aspi entro un anno (al momento partecipa con una quota azionaria pari all’88%), l’ingresso di Cdp e la quotazione della società in Borsa. «I Benetton restano all’inizio con un 10-12% e poi escono definitivamente nel giro di qualche mese – si legge in una nota. – Se l’accordo raggiunto nella notte non dovesse essere rispettato la revoca è sempre sul tavolo».
E’ stato dato mandato a Cassa depositi e prestiti di avviare il negoziato per entrare nell’assetto azionario di Aspi, di cui diventerà socio di maggioranza entro e non oltre il 27 luglio. Tempi strettissimi, dunque, per iniziare a disegnare e definire la diluizione delle quote di Benetton in Autostrade per l’Italia. Con la successiva quotazione in Borsa, Atlantia uscirà del tutto dal capitale e Autostrade per l’Italia diventerà una public company. L’operazione dovrebbe avvenire nel giro di circa un anno.
Oltre alla nuova governance, le due società hanno accettato anche le altre condizioni, tra cui la revisione della concessione, i risarcimenti per il Ponte Morandi e la nuova metodologia di calcolo dei pedaggi. Autostrade avrebbe deciso di accettare anche la manleva dei funzionari dei ministeri indagati per le responsabilità civili legate alla caduta del Ponte Morandi.
La partita non è comunque ancora conclusa, visto che la minaccia di revoca scomparirà dal tavolo solo quando gli accordi saranno perfezionati. Intanto oggi sono previsti i consigli di amministrazione di Atlantia ed Autostrade per l’Italia che dovrebbero ratificare l’intesa col Governo e avviare le necessario interlocuzioni coi ministeri dei Trasporti e delle Finanze.
di: Maria Lucia PANUCCI
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