
Dopo un mese di quarantena forzata il 60% aveva subito un peggioramento dei disturbi comportamentali preesistenti o presentava nuovi sintomi neuropsichiatrici
Il lockdown ha peggiorato i disturbi dei malati di Alzheimer. A dirlo è una ricerca condotta da SINdem (Società Italiana di Neurologia per le demenze), pubblicata sulla rivista Frontiers Psychiatry, in cui si evidenzia come dopo un mese dall’inizio della quarantena forzata il 60% dei pazienti aveva subito un peggioramento dei propri disturbi comportamentali preesistenti o presentava nuovi sintomi neuropsichiatrici. In oltre un quarto dei casi questa nuova condizione è stata tale da richiedere la modifica del trattamento farmacologico. In generale i sintomi riscontrati più frequentemente sono stati l’irritabilità, l’agitazione, l’apatia, l’ansia e la depressione.
Anche i familiari dei pazienti hanno risentito in modo significativo degli effetti acuti del lockdown con evidenti sintomi di stress in oltre il 65% dei casi.
Si tratta di dati importanti anche perché nel mondo l’Alzheimer colpisce circa 40 milioni di persone e solo in Italia ci sono circa un milione di casi, per la maggior parte over 60. Nel caso di ultraottantenni la patologia riguarda un anziano su 4.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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