
“Risponderemo a tempo debito”. I negoziati vanno intanto avanti
Dalle parole ai fatti. Come aveva già minacciato, l’Ue è passata veramente alle vie legali ed ha inviato al Regno Unito una lettera di costituzione in mora, per aver violato l’accordo di recesso siglato alla fine del 2019, approvando l’Internal Market Bill, la legge che rimette in discussione il contestato capitolo Irlanda.
Secondo la Commissione europea è stato violato l’articolo 5 dell’accordo di recesso che prevede che “l’Unione europea e il Regno Unito debbano adottare ogni misura atta ad assicurare l’adempimento degli obblighi derivanti dall’accordo e astenersi da qualsiasi misura che possa mettere in pericolo la realizzazione dei suoi obiettivi. Le parti sono tenute a collaborare in buona fede nell’adempimento dei compiti derivanti dall’accordo di recesso“.
Al centro del contenzioso c’è sempre appunto l’Internal Market Bill, la legge approvata dal Governo britannico, che secondo l’Ue è una scandalosa provocazione e una violazione dei trattati internazionali perché prevede decisioni unilaterali sui controlli delle merci che dalla Gran Bretagna arrivano in Irlanda del Nord.
Per Downing Street si tratta invece di una legislazione fondamentale per proteggere l’integrità del mercato interno britannico tra Inghilterra e le altre nazioni del Regno, soprattutto l’Irlanda del Nord. E così Londra tira dritto, incurante della nuova mossa, annunciata, da parte dell’Europa. «Risponderemo alla lettera a tempo debito», ha affermato un portavoce del Premier Boris Johnson.
La lettera è solo il primo tassello di un procedimento d’infrazione nei confronti di Londra che ora avrà tempo un mese per presentare le proprie osservazioni. La Commissione europea poi potrà decidere se emettere un parere motivato.
Intanto i negoziati vanno avanti.
di: Maria Lucia PANUCCI
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