
Aspi: “Con la revoca rischio default per 19 miliardi”
E’ stato spostato alle 22 il Consiglio dei ministri, previsto per le 11, nel quale si dovrà decidere il destino di Autostrade. Le ipotesi sul tavolo sono sostanzialmente due: revoca della concessione ad Aspi (con possibilità di commissariamento) o uscita totale dei Benetton dal capitale azionario della società. Dal canto suo il premier sembra deciso ad escludere un accordo con la famiglia veneta: «Lo Stato non può essere socio di chi prende in giro le famiglie delle vittime – ha detto a gran voce ieri dopo l’incontro bilaterale con la Merkel (leggi qui). – Se c’è stato un problema di cattiva manutenzione, se ci sono stati problemi di inadempimenti, la responsabilità va sul management soggetto ad azione di responsabilità, non sulla cittadinanza che deve subire il ricatto di eventuali conseguenze ed incertezza che avrebbero le decisioni pubbliche sul concessionario privato. Non so se sono stato chiaro».
In linea con il presidente del Consiglio l’altro azionista di maggioranza del governo giallorosso, ovvero il Pd. Il segretario Nicola Zingaretti ha sottolineato che “i rilievi del presidente del Consiglio sono condivisibili“.
Indica la via di Cdp come soluzione della questione il leader di Italia Viva Matteo Renzi: «I populisti chiedono da due anni la revoca della concessione ad Autostrade – ha scritto su Facebook. – Facile da dire, difficile da fare. Perché se revochi senza titolo fai un regalo ai privati, ai Benetton, ai soci e apri un contenzioso miliardario che crea incertezza, blocco cantieri, licenziamenti. Questa è la verità. A dire la verità si perdono forse punti nei sondaggi, ma si salvano le nuove generazioni da miliardi di debiti. La strada è un’altra. Se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà, l’unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l’intervento di Cdp. Operazione trasparente, società quotata, progetto industriale globale. Non ci sono alternative serie e credibili. Il populismo urla slogan, la politica propone soluzioni».
La Lega invece presenterà alla Camera e al Senato due mozioni parlamentari sulla vicenda Aspi. Non si conoscono al momento i contenuti ma i leghisti hanno più volte sollecitato il Governo a prendere una decisione che punti a tutelare i cittadini e garantisca manutenzioni e opere.
Resta quindi altissimo il livello della polemica politica sull’ipotesi di revoca della concessione ad Aspi. Una mossa che avrebbe un effetto default da 19 miliardi di euro. Secondo alcuni analisti finanziari se il Governo decidesse per la revoca la società fallirebbe immediatamente: Mancherebbero infatti, a causa dell’art. 35 del Decreto Milleproroghe, le risorse per il ripagamento di quasi 10 miliardi di debito complessivo. A catena l’impatto si ripercuoterebbe sul ripagamento di 9 miliardi di euro di debito di Atlantia (che controlla l’88% del capitale di Autostrade per l’Italia ed è garante inoltre di circa 5 miliardi di debito della controllata).
Tutto questo avrebbe delle serie conseguenze sui mercati. Il capitale di Autostrade per l’Italia è detenuto da grandi investitori internazionali, come il gruppo assicurativo Allianz nonché il fondo sovrano cinese Silk Road Fund. E lo scenario creerebbe un precedente unico, scoraggiando totalmente ogni nuovo investimento estero in Italia. Fonti qualificate negano che il nodo Aspi sia stato oggetto del colloquio tra Conte e la Merkel ieri a Berlino ma pare che prima di salutare il suo omologo italiano, la cancelliera si è lasciata scappare una battuta: «Sono molto curiosa di sapere come andrà il Cdm». Forse perché dentro Aspi c’è anche, come socio di minoranza, la tedesca Allianz.
Fatto sta che dopo le prospettive di revoca della concessione il titolo di Atlantia in Borsa è crollato: ha concluso in calo del 15,19% a 11,36 euro, dopo aver toccato un minimo di seduta a quota 11,31. Molto forti gli scambi: sono passate di mano 12,6 milioni di azioni, contro i 3,3 milioni di venerdì.
La seduta pesante è costata 1,68 miliardi di euro in termini di capitalizzazione agli azionisti. Il titolo ha lasciato sul campo il 45,8% su base annua e il 44,17% da inizio anno.
Per capire come andranno le cose bisognerà aspettare ancora e non è affatto detto che il Cdm di stasera sia quello risolutivo.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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