
Gli amministratori delegati: “Incontro costruttivo con Governo e Cdp”
«L’indipendenza strategica e operativa della futura società delle reti è il fattore cruciale per uno sviluppo rapido e diffuso della rete a banda ultra larga, fondamentale per la realizzazione di una piena digitalizzazione del Paese, portando ovunque la fibra fino alle sedi degli utilizzatori finali». E’ quanto hanno sottolineato gli amministratori delegati di Sky Italia Maximo Ibarra, Vodafone Italia Aldo Bisio e Wind Tre Jeffrey Hedberg al termine dell’incontro avvenuto in conference call coi ministri Gualtieri e Patuanelli e l’amministratore delegato di Cdp Palermo.
Nel corso dell’incontro, in un clima che gli ad hanno definito “costruttivo“, gli esponenti del Governo hanno illustrato le linee-guida del progetto di realizzazione di una rete unica per la banda ultra larga che garantisca un mercato competitivo, trasparente e neutrale. «Gli accordi societari e di governance, per i quali sono stati confermati indipendenza e ruolo guida di Cdp, saranno cruciali per conseguire questo obiettivo – spiegano i manager. – Così come i dettagli operativi nell’implementazione del progetto che includono i meccanismi di tariffazione, le pratiche commerciali e quelle di assistenza e servizio».
Proprio nel giorno dell’incontro tra i ministri ed i Ceo di Vodafone, WindTre e Sky, in una lettera inviata al Governo, Fastweb e Tiscali hanno invece difeso la loro scelta di aderire a FiberCop. Una decisione che ha sollevato perplessità da parte di altri operatori alternativi per il fatto che il modello non garantirebbe i concorrenti di Tim perché verticalmente integrato. «Proprio in qualità di concorrenti storici di Tim riteniamo che questa rappresentazione non sia corretta – scrivono gli ad di Fastweb e Tiscali, Alberto Calcagno e Renato Soru. – Con FiberCop le reti in rame e in fibra presenti e future non saranno più (come lo sono ora) integrate dentro Tim ma scorporate in una società terza. Si tratta di una scelta epocale di separazione societaria della rete attraverso cui asset storicamente prerogativa di Tim verranno conferiti in un veicolo terzo, peraltro aperto alla partecipazione del governo e di altri operatori. Una sorta di club investment in cui i soggetti realmente interessati ad investire nelle reti possono trovare spazio e partecipare alle decisioni cruciali sulle infrastrutture nel Paese“. Secondo gli operatori si tratta quindi di un modello di “coinvestimento aperto” esplicitamente previsto dall’Unione Europea nel recente Codice delle Comunicazioni come strumento per promuovere lo sviluppo di reti a larghissima banda sotto la supervisione dell’Autorità di settore. «Con FiberCop questo modello di coinvestimento – si legge ancora nella lettera – è peraltro rinforzato perché sarà FiberCop, una società terza, e non direttamente gli operatori che forniscono servizi ai clienti finali, a occuparsi di costruire infrastrutture e venderle a livello wholesale a tutti, senza quindi nessun rischio di discriminazione. Infine il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti, indirettamente attraverso Tim o direttamente attraverso una partecipazione in Fibercop, rappresenta un’ulteriore garanzia di terzietà per la tutela della competizione, oltre, evidentemente, al fatto che la nuova entità sarà oggetto di costante monitoraggio e vigilanza da parte di Agcom».
di: Maria Lucia PANUCCI
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