
Il futuro delle strutture ricettive sembra ancora lontanissimo ma il mondo del design è al lavoro
Gli alberghi ripartono da architettura e design. È quanto emerso dal convegno digitale Progettare la nuova ospitalità promosso da Elle Decor Italia, durante il quale si sono confrontati sul tema dell’hotellerie alcuni grandi studi per delineare quella che potremmo definire la “nuova ricetta” per le strutture ricettive nell’era post-covid.
Il minimo comun denominatore è rappresentato dal tema del tempo: l’attenzione cioè è rivolta alla scelta di materiali e risorse che non si deteriorino in modo da garantirne il mantenimento nel lungo periodo e allungare quindi la vita al progetto senza dover intervenire costantemente. «Gli alberghi per noi non sono mai stati semplici hotel – ha spiegato Piero Lissoni – sono sempre state creature complicate ed evolute, multidisciplinari e multifunzionali, progettate per fare diverse cose, legate e interconnesse con il luogo in cui sorgono».
Alla base dei nuovi progetti c’è la sostenibilità, oltre a una maggiore integrazione tra architettura e interior design, tra reale e digitale, con dei collegamenti tra spazio pubblico e privato, con il verde che acquisisce sempre maggior rilevanza. Come sottolineato da Patricia Urquiola: «bisogna imparare a progettare il tatto, anche visivo – ha spiegato – un hotel emozionale, in grado di fornire esperienze per ospiti e cittadini, supportato dalla tecnologia per l’erogazione di servizi personalizzati e capace di generare valore e lavoro per la comunità». Con l’obiettivo di far entrare la città nell’hotel.
Patricia Viel invece ha scommesso sul lungo periodo, con il servizio alberghiero che diventa preponderante sul “prodotto stanza”: «design e architettura hanno un ruolo determinante per creare nuovi format con una dose di mistero, con un’intimità che ha nuovi connotati, e con una componente di sensualità che non può venire meno dopo lo shock della pandemia».
Intervengono anche Matteo Thun e Antonio Rodriguez, che spiegano che l’approccio progettuale nelle loro creazioni si basa su tre parole chiave: timeless, human e simplicity. Progetti che diventano terapie di design, con focus sul benessere psico-fisico dei clienti, ponendo particolare accento sulla relazione che si instaura tra persona e ambiente che la circonda.
Fa la sintesi perfetta Giorgio Palmucci, presidente di Enit, Agenzia nazionale del turismo: «attenzione alla sostenibilità e all’autenticità, intesa come cultura, identità e prodotto».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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