
L’obiettivo è riattivare il sistema scolastico in presenza. Obbligo di test Pcr negativo per chi arriva dall’estero
Israele fa un passo avanti e, dopo aver iniziato a vaccinare i maggior di 35 anni, pone l’obiettivo sugli studenti, per riattivare il sistema scolastico in presenza e riportare i ragazzi sui banchi di scuola, per il momento vuoti a causa del lockdown. La prima fascia studentesca sottoposta a vaccinazione è quella tra i 16 e i 18 anni: le quattro assicurazioni del Paese hanno iniziato a fissare gli appuntamenti e a somministrare le prime dosi ai ragazzi.
Finora sono state vaccinate con la doppia dose due milioni e mezzo di persone, mentre hanno ricevuto la prima 900 mila residenti, secondo i dati rilasciati dal ministero della Salute. Inoltre è stato vaccinato più del 60% della popolazione con più di 60 anni. Rispetto a quanto accaduto in Europa, però, fin dall’inizio della campagna i centri vaccinali hanno offerto la possibilità di vaccinare chiunque si presenti a fine giornata utilizzando le dosi eventualmente rimaste.
Nel frattempo il Paese è ancora bloccato sotto l’onda della terza ondata che ha imposto alle autorità un lockdown fissato fino a febbraio. L’indice di positività più alto si registra tra le comunità ultraortodosse che sono state tra le più resistenti alle misure di distanziamento sociale.
Da oggi i viaggiatori di ritorno dall’estero in Israele devono presentare in aeroporto un test Pcr negativo, mentre quelli che arrivano da Sud Africa, Zambia, Brasile ed Emirati Arabi Uniti dovranno fare la quarantena negli alberghi.
Il Governo del Paese intanto ha approvato la chiusura dell’aeroporto Ben Gurion per i voli in arrivo e in partenza da domani fino a domenica 31 gennaio, data della fine del lockdown. L’obiettivo rincorso dal premier e dai ministri è impedire l’ingresso delle varianti del virus, ed evitare che se ne sviluppi una interna al Paese immune al vaccino.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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