
In Italia un positivo su cinque ha la variante inglese. Il Veneto chiede all’Aifa l’ok per altre quattro milioni di dosi. In Val D’Aosta gli impianti apriranno il 18 febbraio a prescindere dal blocco tra le Regioni
In Italia circa un positivo al Coronavirus su cinque ha la variante inglese. Il dato emerge dall’indagine condotta dalle Regioni, che hanno inviato al ministero della Salute e all’Istituto superiore di Sanità i risultati dei test realizzati il 3 e 4 febbraio.
Se da una parte preoccupano le varianti, dall’altra la Commissione Ue lancia l’allarme su falsi vaccini anti-Covid che potrebbero essere offerti sul mercato parallelo o sul mercato nero. «Siamo preoccupati e seguiamo con attenzione il fenomeno con l’Ufficio europeo antifrode (Olaf), attivo sul fronte dei vaccini potenzialmente fraudolenti», ha detto il portavoce Eric Mamer dopo le dichiarazioni del premier ceco Andrej Babis sull’offerta di dosi AstraZeneca da parte di intermediari dei Paesi del Golfo. «Sul mercato nero c’è il rischio di finire con prodotti falsi. Qualsiasi cosa sia fuori dal canale Ue è da guardare con estrema cautela», ha aggiunto.
Intanto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha firmato un’ordinanza che colloca in zona rossa le province di Chieti e Pescara e in arancione quelle di L’Aquila e Teramo. All’origine del provvedimento ci sono l’aumento dei contagi e le valutazioni del Gruppo tecnico scientifico regionale riunitosi in mattinata.
In Val D’Aosta invece i gestori degli impianti sciistici confermano l’apertura il 18 febbraio. «Apriremo con o senza la mobilità tra Regioni, ma per essere più tranquilli e per decidere nel dettaglio quali comprensori aprire e con quali modalità vogliamo vedere il Dpcm, per non avere brutte sorprese», ha detto Ferruccio Fournier, presidente dell’Associazione valdostana impianti a fune.
Il Veneto con una lettera indirizzata all’Aifa il 4 febbraio scorso ha fatto sapere di aver chiesto di poter negoziare l’acquisto e l’importazione di quattro milioni di dosi dall’estero. Secondo quanto comunicato dal direttore generale della Sanità veneta Luciano Flor “la negoziazione riguarderà esclusivamente tipologie di vaccini già autorizzati Ema“. Dall’Aifa però ancora nessuna risposta.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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