
Confermata la proposta del dividendo 2020 di €0,36 per azione
Pesa il Covid sui conti di Eni. Il Gruppo ha conseguito nell’esercizio 2020 la perdita netta adjusted di €742 milioni per effetto della flessione della performance operativa, dei minori risultati delle JV e altre partecipazioni industriali a causa del deterioramento del quadro macroeconomico e dell’andamento del tax rate.
Nel quarto trimestre del 2020 la società ha conseguito un utile netto di €66 milioni. L’utile operativo adjusted si attesta a €488 milioni, con una flessione di €1,3 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019. Sempre nell’ultima parte dell’anno la produzione di petrolio di Eni è stata di 809 mila barili/giorno, -13% rispetto al trimestre 2019. La riduzione in Libia, gli effetti dei tagli produttivi OPEC+, nonché il declino dei giacimenti maturi sono stati parzialmente compensati dai contributi del portafoglio e dalla crescita produttiva in Messico, Congo, Algeria e Kazakhstan
Eni ha chiuso l’anno con una riserva di liquidità di circa €20,4 miliardi di cui €9,4 miliardi di attivi di tesoreria, €5,5 miliardi investiti in attività liquide, €0,2 miliardi di crediti finanziari a breve e €5,3 miliardi di linee di credito committed non utilizzate.
Nonostante i dati, ha confermato la proposta di un dividendo per il 2020 di €0,36 per azione, di cui €0,12 versati in sede di acconto a settembre 2020.
«Nell’anno più difficile nella storia dell’industria energetica, Eni ha dato prova di grande forza e flessibilità, rispondendo con prontezza allo straordinario contesto di crisi e progredendo nel processo irreversibile di transizione energetica. In pochi mesi abbiamo rivisto il nostro programma di spesa e minimizzato l’impatto sulla cassa della caduta del prezzo del greggio, aumentato la nostra liquidità e difeso la nostra solidità patrimoniale», ha commentato l’ad Claudio Descalzi.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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