
E’ il primo dell’era Draghi, più rigoroso rispetto all’ultimo di Conte
Ieri è stato varato il primo decreto sull’emergenza Covid del governo di Mario Draghi sugli spostamenti che conferma la linea del rigore e introduce, anzi, un ulteriore inasprimento rispetto al provvedimento che scadrà il 25 febbraio. Il provvedimento proroga infatti il divieto di spostamenti tra Regioni fino al 27 marzo, salvo che per necessità, salute, lavoro e per rientrare nel luogo di residenza/domicilio (ne abbiamo parlato qui).
Ma entriamo nel dettaglio e capiamo meglio cosa si può fare cosa no. Dalle 22 alle 5 del mattino è sempre vietato uscire di casa, tranne che nei casi consentiti (necessità, salute, lavoro, residenza). Nell’orario inverso, ovvero dalle 5 del mattino fino alle 22 di sera, quando scatta il coprifuoco, in zona gialla ci si può sempre spostare all’interno della Regione, in fascia arancione solo all’interno del proprio Comune e tra quelli sotto i cinque mila abitanti nel range di 30 km. In zona rossa è vietato di norma uscire.
Resta nelle zone gialle e arancioni la possibilità, una sola volta al giorno, di andare in un’altra abitazione privata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni, in zona gialla all’interno dell’intera Regione, in arancione nel proprio Comune. Questa possibilità non vale più, in nessun caso, nelle aree rosse.
Tra Regioni e province autonome gli spostamenti sono vietati per tutti, tranne che nelle solite eccezioni.
Resta sempre consentito andare nelle seconde case anche se sono fuori Regione e in zona rossa. Due i limiti: non si può considerare seconda casa un’abitazione privata affittata per breve tempo; si può spostare solo il nucleo familiare.
Non è consentito uscire dalla propria Regione per motivi di turismo e dunque è escluso che si possa soggiornare, anche per lunghi periodi, in alberghi o case in affitto o altre strutture ricettive. Non è consentito andare in gita fuori Regione nemmeno se si rispetta l’orario del coprifuoco.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA / MATTEO BAZZI
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