
La nuova concorrente di Tinder ha come prerogativa quella di essere una piattaforma in cui è la donna a prendere l’iniziativa facendo la prima mossa nel dating. Ha 42 milioni di utenti attivi
L’app di incontri statunitense Bumble ha debuttato ieri a Wall Street sul Nasdaq, segnando +63% a 70 dollari. La quotazione arriva dopo un’offerta pubblica iniziale che ha superato le aspettative e valutato l’azienda a oltre 7 miliardi di dollari. L’amministratore delegato, Whitney Wolfe Herd, ha sottolineato che Bumble avrebbe usato i proventi della IPO per pagare debiti e valutare alcune acquisizioni.
L’app si propone di diventare concorrente di Tinder ed ha come prerogativa di essere una piattaforma in cui è la donna a prendere l’iniziativa facendo la prima mossa nel dating. La Borsa di New York ha accolto l’azienda, che commercia sotto il simbolo di ticker BMBL, a braccia aperte in un momento in cui le app di incontri stanno godendo di un immenso successo da quando la pandemia ha limitato le possibilità di incontri a milioni di persone negli Stati Uniti e nel mondo.
Era il 2014 quando Whitney Wolfe Herd ha lanciato Bumble. Solo un anno dopo l’applicazione registrava 15 milioni di abbonati e 80 milioni di agganci virtuali. A partire dal terzo trimestre del 2020, sull’app ci sono quasi 42 milioni di utenti attivi che cercano di trovare l’amore con un click. L’azienda attualmente impiega oltre 600 persone negli uffici di Austin, Barcellona, Londra e Mosca.
La società ha anche lanciato un proprio fondo nel 2018 che si concentra su investimenti a imprese fondate e guidate da donne di colore e gruppi sottorappresentati, con Serena Williams come investitore. «Il nostro obiettivo è quello di essere un’altra voce che chiede più investimenti in imprese di proprietà di donne e incoraggiare gli altri a partecipare a portare incredibili donne imprenditrici nell’ecosistema del capitale di rischio fortemente squilibrato», aveva detto Wolfe Herd in un’intervista del 2019.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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