
Bene anche le borse europee, con il listino tedesco che guadagna lo 0,75%, a seguire Londra che sale dello 0,47%. Madrid +0,3, Parigi, 0,14
Borse europee chiudono positive, confortate dal dato sulla produzione industriale europea a giugno, migliore delle stime, e dall’aumento più forte del previsto della fiducia dei consumatori statunitensi, che incoraggia al rialzo Wall Street. Il listino migliore è quello tedesco che guadagna lo 0,75% a 13.797,09 punti; a seguire Londra che sale dello 0,47% a 7,501.20 punti, Milano a +0,49%, Madrid a +0,31%, Più contenuto il rialzo di Parigi (+0,14%) a 6.553,86 punti. Anche Wall Street prosegue con segno positivo.
Nel contesto del pigro mercato d’agosto, secondo quanto reso noto da Borsa Italiana, il controvalore odierno degli scambi è pari a 1,41 mld in aumento rispetto agli 1,18 mld di ieri.
Gli investitori cercano un punto di equilibrio tra i segnali di rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti, osserva Il Sole 24 ore, alimentati da un altro dato sui prezzi all’import, e le dichiarazioni degli esponenti di vertice della Federal Reserve, che sembrano ritenere necessari nuovi rialzi dei tassi di interesse. L’attenzione degli operatori resta così rivolta al difficile equilibrio tra stretta di politica monetaria e tenuta dell’economia: l’ultima indicazione di rallentamento arriva dal Regno Unito, dove nel secondo trimestre dell’anno il Pil è sceso dello 0,1% su base congiunturale.
Per quanto riguarda gli azionari, a Milano fiammata di Nexi +5,65% grazie ai rumor che la vogliono nel mirino dei fondi di private equity. Scatto anche per Telecom Italia +6,74%, sulle indiscrezioni che parlano di un piano di Fratelli d’Italia per nazionalizzare la rete con l’intervento di Cdp. Bene anche Banco Bpm +3,92%, Tenaris -0,18% e Stellantis +1,29%, mentre perdono quota Amplifon -1,46%, Diasorin -0,24% e Stmicroelectronics +0,31%.
Il petrolio estende le perdite, azzoppato dai timori di recessione globale che pesano sulle stime per la domanda. Il contratto future sul Brent cede il 2,16% a 97,45 dollari a barile, mentre quello sul Wti perde il 3,06% a 91,45 dollari. Ieri l’Opec ha tagliato le sue previsioni sulla crescita della domanda mondiale nel 2022 di 260.000 barili al giorno e stima ora che la richiesta crescerà quest’anno di 3,1 milioni di barili al giorno.