
La presidente della Commissione Europea è intervenuta al Forum di Bled. Molti i punti toccati a proposito delle prossime settimane
«Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo». Lo ha ribadito la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo al Forum di Bled, in cui ha ricordato le misure Ue per liberarsi dal vincolo di Mosca.
«Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15% e di conservarlo nello stoccaggio: in questo modo si possono risparmiare fino a 45 miliardi di metri cubi di gas naturale».
«In definitiva il modo migliore per sbarazzarsi dei combustibili fossili russi è accelerare la nostra transizione verso fonti energetiche verdi – ha proseguito la presidente -. Ogni chilowattora di elettricità che l’Europa genera da energia solare, eolica, idroelettrica, da biomasse dal geotermico o dall’idrogeno verde ci rende meno dipendenti dal gas russo. Oggi il prezzo dell’energia solare ed eolica è più conveniente dei combustibili fossili inquinanti. Ecco perchè, con la nostra iniziativa RePowerEU, investiremo fino a 300 miliardi di euro per accelerare la svolta verde», ha ricordato.
Von der Leyen ha spiegato che le transizioni verdi e digitali aumenteranno in modo massiccio il nostro bisogno di materie prime: litio per le batterie, silicio metallico per i chip, terre rare per produrre magneti per veicoli elettrici e turbine eoliche. La domanda di queste materie prime potrebbe raddoppiare entro il 2030 mentre la domanda europea di batterie al litio è destinata ad aumentare ad un tasso annuo del 40% tra il 2020 e il 2025.
«La buona notizia è che il Green Deal europeo sta progredendo – dice la presidente -. La notizia non altrettanto buona è che un solo Paese domina la lavorazione. Delle 30 materie prime critiche di oggi, dieci provengono per lo più dalla Cina».
«Dobbiamo quindi evitare di cadere nella stessa dipendenza del petrolio e del gas. Non dobbiamo sostituire le vecchie dipendenze con nuove. Dobbiamo assicurarci che l’accesso a queste materie prime non venga usato per ricattarci. Dobbiamo diversificare l’approvvigionamento e costruire nuovi legami con partner affidabili e affini in tutto il mondo. A questo scopo tra due settimane mi recherò in Canada», ha concluso.
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