
L’esecutivo Meloni vuole tornare a Quota 102; e spunta anche l’idea della 103
Far tornare Quota 102, ma diversa da ora. E adesso spunta anche Quota 103. Il cantiere pensioni è in piena attività, per impedire da gennaio lo “scalone” della legge Fornero, l’uscita solo a 67 anni. Con una novità: chi avrà i requisiti per la nuova Quota potrà scegliere di continuare a lavorare con uno stipendio più alto, grazie a uno sgravio contributivo. L’importante misura è allo studio dei tecnici del Mef e del ministro Giancarlo Giorgetti. E potrebbe finire nella prossima legge di bilancio da almeno 30 miliardi. Manovra coperta per 21 miliardi grazie ai fondi messi da parte dal governo Draghi e con sei decimi di maggior deficit, in modo tuttavia da non compromettere il sentiero di discesa del debito pubblico.
Il piano sarà presentato entro venerdì 4 novembre, quando il dicastero di Giorgetti presenterà la Nadef (la Nota di aggiornamento del Def). Il livello di crescita dovrebbe rimanere invariato, nonostante i venti di recessione, con un Pil del 2023 al +0,6%. Il deficit, portato dall’ex ministro Franco dal 3,9% al 3,2%, sarà rialzato al 4,5% senza in teoria compromettere la sostenibilità del debito. Tre quarti della prossima manovra, che deve essere presentata in Europa entro il 30 novembre, saranno dedicati a misure di contrasto del caro energia. Il resto ad alcuni cavalli di battaglia elettorali. A partire da una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali e un nuovo tetto al contante fino a 5 mila euro. Seguono la flat tax per le partite Iva (15% esteso fino a 85 o 100 mila euro di fatturato dai 65 mila attuali) e forse anche quella incrementale. Una “web green tax” (tassa verde) per i giganti dell’e-commerce che non utilizzano mezzi ecologici per le consegne.
Il pacchetto pensioni prevede il rinnovo per il 2023 di Opzione Donna e Ape sociale: per le donne a 58-59 anni con 35 di contributi e ricalcolo dell’assegno e per i lavoratori svantaggiati, a 63 anni con 30 o 36 di contributi. Inoltre, la Lega vorrebbe schierare anche Quota 41: l’uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Il problema sono i costi, fino a 5 miliardi all’anno; e il primo anno la platea sarebbe di 200 mila lavoratori.
Ma se fosse introdotto anche un paletto anagrafico – la nuova Quota 102, 41 anni di contributi e 61 di età – il bacino si restringerebbe a 90 mila lavoratori, con un costo attorno a 1,4 miliardi. Il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato ieri di volerla finanziare con un pesante taglio al reddito di cittadinanza. Problema: la Quota 102 attuale, almeno per ora, è stata un flop da meno di 10 mila richieste. Sta emergendo però in queste ore un’alternativa. Si chiama Quota 103: con 40 anni di contributi e 63 di età. Anche il qui il bonus scatterebbe per i lavoratori di alcune professioni che scelgono di restare, una volta raggiunti i requisiti della finestra. Se prevarrà Quota 102 o 103, dipende dai conti finali sull’entità della prossima manovra.