
Per il settore la decarbonizzazione ha un costo non indifferente
Per il settore del cemento la decarbonizzazione avrà un costo salato. La S&P Global Ratings ha infatti pubblicato due studi sull’impatto delle nuove norme comunitarie – indispensabili per ridurre le emissioni e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda2030- del settore del cemento in Europa. Il primo documento analizza le misure che i principali operatori europei stanno adottando per decarbonizzare le proprie attività. Nel secondo rapporto, S&P delinea un’analisi di scenario delle potenziali implicazioni sui rating delle aziende del comparto di una normativa Ue più stringente in termini di emissioni di anidride carbonica, basandosi su dati proprietari.
In particolare, l’analisi di scenario di S&P ha sottolineato come i costi annuali legati al carbonio potrebbero arrivare in media il 75% dell’Ebidta (sigla inglese per Margine operativo lordo) delle aziende europee del comparto, nell’ipotesi di una completa eliminazione delle quote di emissione. La S&P ha inoltre riscontrato che le aziende produttrici di cemento con elevate emissioni e alte quote di attività nell’Ue potrebbero subire pressioni significative sulla redditività dopo il 2027.
C’è però una buona notizia: le industrie hanno tempo, e margini, per cambiare in tempo ed evitare stangate. Mentre una domanda sostenuta e la limitata disponibilità di sostituti al cemento dovrebbero consentire un significativo trasferimento dei costi, potenzialmente allentando le pressioni. I maggiori produttori di cemento dell’Ue si sono impegnati a ridurre le proprie emissioni di CO2 per tonnellata di cemento di circa il 30% entro il 2030. Un traguardo da raggiungere tramite una maggiore efficienza termo-energetica e al passaggio ad altri combustibili. S&P ritiene che questo obiettivo sia raggiungibile e comporti costi ragionevoli. Oltre il 2030, un calo significativo delle emissioni può essere ottenuto solo attraverso una riduzione della domanda e un’accelerazione sul fronte della cattura e dello stoccaggio del carbonio. ma di materiali che possano sostituire il cemento per ora non ce ne sono; e la domanda dovrebbe rimanere strutturalmente stabile. L’insieme di questi fattori potrebbe consentire alle aziende di trasferire i costi più elevati sui clienti, anche se S&P ritiene che la pressione sulla redditività sia ancora elevata.