
Tronchetti Provera: “C’è stato un felice incontro: la bellezza è anche nel racconto che c’è dietro a ogni modella”
È stato presentato a Milano “Love letters to the Muse”, la 49esima edizione del calendario Pirelli. A realizzare l’opera è stata la fotografa australiana Emma Summerton, quinta donna a scattare per The Cal.
Il calendario è dedicato da Summerton alle sue muse, cioè alle tante donne che l’hanno ispirata, guidata e condizionato le sue scelte artistiche. Sono 14 le modelle scelte, rappresentate in 28 scatti.
«Questo calendario nasce in un momento particolare, poi ogni calendario è figlio dei tempi e della qualità dell’artista che è libero di esprimere se stesso. Credo sia questa la forza del calendario. Quando pensavamo a questo calendario sentivamo che la pandemia stava finendo, stavamo uscendo da anni di incubo, non consci allora che saremmo entrati in un altro incubo (la guerra), e la condivisione che abbiamo avuto nel team che si occupa del calendario è stata di guardare il mondo con un occhio anche di sogno», ha spiegato Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo e amministratore delegato di Pirelli.
«Guardando le foto e i fotografi ci è parso che chi meglio naturalmente interpretasse il sogno e con una capacità di dargli concretezza – un occhio sognante ma allo stesso tempo legato al mondo reale – fosse Emma Summerton. A quel punto l’abbiamo incontrata e abbiamo condiviso questo ponte tra metaverso, sogno e realtà, che poteva cogliere un sentiment del momento – ha aggiunto, sottolineando che tra Pirelli e Summerton – c’è stato secondo me un felice incontro. Ha scelto anche delle persone che hanno tutto: la bellezza è anche nel racconto che c’è dietro ogni modella. Credo sia un bel calendario che ha permesso a lei di esprimere se stessa con passione».
Per Pirelli, il calendario è «una bella storia dell’azienda che mantiene con una forma di arte, perché la fotografia è una forma di arte e rientra nel profilo delle cose che facciamo naturalmente. Vale lo stesso per l’Hangar Bicocca, vale per tante iniziative che facciamo nel mondo, nella convinzione che il rapporto tra arte, cultura e impresa sia vitale per una crescita equilibrata della società – ha continuato Tronchetti Provera, aggiungendo che – è anche un modo per far conoscere l’impresa al mondo della cultura che talvolta vede l’impresa come estranea o quasi ostile».
Inoltre, “guardando lungo”, ha concluso Tronchetti Provera, «c’è l’opportunità di capire molte cose dialogando con gli artisti, si vede il mondo da un angolo diverso, non è il racconto di ogni giorno che noi facciamo di noi stessi e ci aiuta a capire le tendenze, i malesseri… ci sono tante cose che emergono nei contatti con gli artisti che hanno delle sensibilità diverse e guardano il mondo da un angolo totalmente diverso dal nostro, quindi è sempre utile».