
Secondo il rapporto S&P, i costi sostenuti dalle aziende sono aumentati al ritmo più lento in oltre un anno e mezzo, riflettendo la combinazione tra l’indebolimento della domanda e il miglioramento dell’offerta
A dicembre, secondo i dati flash Pmi di S&P Global, la flessione dell’Eurozona si è estesa per il sesto mese consecutivo, anche se il tasso di declino dell’attività ha rallentato per il secondo mese consecutivo, grazie alla riduzione del tasso di perdita degli ordini, al miglioramento delle condizioni di fornitura, alla riduzione delle pressioni sui prezzi e all’aumento della fiducia delle imprese.
Nel dettaglio, il pmi del Manifatturiero sale a 47,8 (novembre: 47,1), il valore massimo in 3 mesi e sopra le attese degli analisti a 47,1 punti. Il pmi delle Attività Terziarie aumenta a 49, 1 punti dai 48,5 di novembre, al top da 4 mesi e il Composito sale a 48,8 punti dai 47,8 del mese scorso, ai massimi da 4 mesi.
In particolare – si legge nel report – i costi sostenuti dalle aziende sono aumentati al ritmo più lento in oltre un anno e mezzo, riflettendo la combinazione tra l’indebolimento della domanda e il miglioramento dell’offerta, quest’ultimo segnalato dalla prima accelerazione dei tempi di consegna dei fornitori dall’inizio della pandemia.
Tuttavia, il livello complessivo di ottimismo delle imprese rimane basso rispetto agli standard storici, rispecchiando il difficile contesto causato dall’alto costo della vita, dall’aumento dei tassi di interesse, dalle preoccupazioni per l’approvvigionamento energetico e dalla guerra in Ucraina.
Di conseguenza, le aziende hanno riportato solo un modesto aumento delle buste paga, evidenziando l’umore cauto che prevale. All’interno dell’area dell’euro, il calo della produzione è stato generale, ma solo la Francia ha registrato un aggravamento della flessione. Il Pmi composito flash francese è passato da 48.7 a 48.0, segnalando il secondo calo mensile consecutivo della produzione e il maggiore da novembre 2014 se si esclude la pandemia.
L’attenuazione della flessione del settore manifatturiero è stata controbilanciata dal più forte calo dell’attività del settore dei servizi in 22 mesi. In Germania, invece, i tassi di flessione hanno rallentato sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi, spingendo il Pmi flash composito al rialzo per il secondo mese consecutivo, passando da 46.3 di novembre a 48.9. La lettura di dicembre ha quindi registrato il calo più contenuto dell’attività negli ultimi sei mesi.
La produzione è scesa nel resto dell’Eurozona per il quarto mese consecutivo, anche se il ritmo del calo è rallentato per il secondo mese consecutivo, segnando il peggioramento minore registrato finora. Mentre l’attività dei servizi è rimasta in gran parte in stallo, il cambiamento maggiore è stato registrato nel settore manifatturiero, dove l’ultimo calo della produzione è stato il più contenuto degli ultimi quattro mesi.
A livello settoriale, le flessioni più marcate hanno continuato a riguardare le imprese del settore chimico, della plastica e delle risorse di base (in parte legate agli elevati costi dell’energia e alla riduzione delle scorte), nonché il settore dei servizi finanziari.
Un calo marcato è stato registrato anche nel settore dei trasporti, ma si è registrato un notevole miglioramento nelle imprese al contatto dei consumatori, come quelle del turismo e delle attività ricreative e, in misura minore, dei beni per la casa.