
Il governo vuole reinserire il tema in Bilancio, ma le opposizioni insorgono: “colpo di spugna sull’evasione”
Non sembra voler mollare la presa, il Governo, su una possibile moratoria per i reati fiscali minori. Non dovrebbe essere né una sanatoria né un condono penale, come hanno escluso la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ma «una causa estintiva per condotta riparatoria limitata ai soli reati formali» (quindi è esclusa la frode così come le false fatturazioni). «Ciò su cui stiamo lavorando – ha spiegato il viceministro Francesco Paolo Sisto – è la possibilità che, adempiere integralmente all’obbligazione fiscale, con una sanzione aggiuntiva, possa legittimare una sorta di causa estintiva per condotta riparatoria per reati meramente formali. I ministeri – ha poi aggiunto riferendosi al dicastero della Giustizia – stanno lavorando di concerto in queste ore per valutare se accompagnare alla pace fiscale queste disposizioni»
In poche parole, secondo quanto emerge, il “patto” è questo: chi paga interamente le tasse evase più una sanzione, chiude i conti con il Fisco e anche con la giustizia. Sono stuzzicati dall’idea i commercialisti, che però chiedono di accompagnarla a una “riforma del sistema sanzionatorio, sia amministrativo che penale” . Secondo il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, si potrebbe giungere, attraverso l’integrale adempimento dell’obbligazione fiscale e mediante il pagamento di una sanzione aggiuntiva, all’estinzione: «dei connessi procedimenti penali per reati meramente formali e scevri da condotte fraudolente». Evitando, secondo i promotori, di ingolfare i tribunali.
Di tutt’altro avviso le opposizioni. Immediata arriva la reazione del M5S in commissione Bilancio alla Camera: «il governo vuole un colpo di spugna sui reati tributari», attaccano i pentastellati. Mentre Pd e Idp commentano: «dietro una serie di giri di parole rassicuranti, la manovra contiene 10 veri e propri condoni che maggioranza e governo, a parte la fantasia del linguaggio, non cercano neanche di nascondere».
Da fonti vicine al governo si apprende che sta venendo valutata un stretta in Manovra al Reddito di Cittadinanza. La soluzione che sembra piacere di più alla maggioranza è quella di ridurre da 8 a 7 mensilità il RdC nel 2023, risparmiando in questo modo circa 200 milioni di euro. Fonti vicine alla maggioranza fanno trapelare inoltre che il governo stia andando nella direzione di prorogare al 31 dicembre 2022 la Cilas per il superbonus 110% e la misura “salva-sport”. Si sarebbe inoltre trovato l’accordo sulle pensioni, aumentando a 600 euro le pensioni minime per gli over 75, lo conferma anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Ciriani ha spiegato che “bisogna trovare nuove coperture. È una questione politica alla fine. C’è per esempio il tema dei 7 mesi del Reddito di cittadinanza su cui bisogna ancora decidere. Quello libera 200 milioni di euro“.
Anche il ministro Musumeci si scaglia contro il Reddito di Cittadinanza. «Abbiamo detto che dobbiamo rivederlo, ci siamo espressi in questi termini: abolizione per una fascia, per chi può lavorare; per chi non può lavorare è necessario che lo Stato continui a dare un sostegno», secondo il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare “bisogna rivedere anche la politica del welfare, rivalorizzare il lavoro manuale. A un ragazzo devi insegnare un mestiere altrimenti gli togli il diritto a progettare il futuro“. Dello stesso avviso la ministra Santanché che afferma che “la cosa fondamentale che dobbiamo fare è la formazione, perché è dirimente formare i nostri giovani“. Secondo la ministra del Turismo “ci vuole incrocio domanda e offerta” e ha rivendicato che “in campagna elettorale abbiamo detto aboliremo il reddito di cittadinanza e così faremo“.