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Lavoro

Concorsi pubblici (quasi) deserti. Ecco perchè

Giulia Guidi
18 Febbraio 2023
Concorsi pubblici (quasi) deserti. Ecco perchè
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Le retribuzioni evidentemente sono troppo basse per determinare una scelta nella direzione del pubblico, soprattutto per le professioni “Pnnr” Non solo carenza di personale nel settore privato. La mancanza di […]

CONCORSO PUBBLICO DI MEDICINA PRESSO LA FIERA DEL LEVANTE, PARTECIPANTI, CONCORSISTI, SEDIE, TAVOLINI

Le retribuzioni evidentemente sono troppo basse per determinare una scelta nella direzione del pubblico, soprattutto per le professioni “Pnnr”

Non solo carenza di personale nel settore privato. La mancanza di lavoratori rischia di diventare un’emergenza anche per molte amministrazioni pubbliche, soprattutto per le qualifiche tecniche per le quali ormai c’è una forte concorrenza tra i due settori. E la situazione va affrontata a breve dato che entro il 2030, secondo la Uilpa, potrebbero lasciare l’impiego pubblico verso la pensione circa 150mila persone l’anno pari a circa un milione nel complesso.

La decisione del governo – contenuta in una norma del decreto Pnrr – di stabilizzare dopo 15 mesi di lavoro 500 lavoratori a assunti per la realizzazione del Pnrr a tempo determinato con i profili economico, giuridico, statistico matematico, ingegneristico e ingegneristico gestionale (per i quali c’è maggiore scarsità) è legata all’aumento delle rinunce dei vincitori di concorsi per posti a tempo determinato per accettare posti a tempo indeterminato magari in altre amministrazioni.

La scelta è legata anche ad un motivo demografico, con la media dei candidati secondo gli ultimi dati del Formez che ha 40 anni e quindi guarda con interesse alla stabilizzazione. Ma come per il settore privato la risposta alla carenza di personale secondo i sindacati è nella maggiore stabilità del lavoro ma anche nelle retribuzioni che evidentemente sono troppo basse per determinare una scelta nella direzione del pubblico.

Se circa il 50% dei candidati a un concorso negli ultimi due anni non si è presentata alle prove la percentuale sale al 70% per i profili tecnici come ingegneri, architetti e statistici. Sui salari è previsto un incontro tra il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo il 3 marzo, ma i sindacati chiedono che si apra un tavolo anche sull’occupazione.

Il ministro ha più volte detto che quest’anno entreranno nelle pubbliche amministrazioni circa 156mila nuovi assunti ma bisognerà evitare il rischio della rinuncia una volta assunti, e magari formati, con un danno soprattutto in materia di Pnrr proprio per i tempi stretti del piano.

“L’errore – dice la segretaria generale della Fp-Cgil, Serena Sorrentino – è stato bandire concorsi per iper competenze non riconoscendole con una giusta retribuzione, così come per il Pnrr prevedere contratti che non prefigurassero già la stabilizzazione. C’è una urgenza che è quella salariale. Bisogna intervenire subito con una misura che intanto dia la possibilità ai contratti in essere di prevedere lo sblocco dei fondi della contrattazione decentrata, in maniera tale da aumentare il salario accessorio, e poi vanno rifinanziati i contratti 22/24 con risorse tali da garantire che le retribuzioni dei pubblici dipendenti ridiventino attrattive per tante competenze che oggi scelgono il mondo privato. Davanti a questa emergenza, che sta determinando la desertificazione non solo dei concorsi ma delle pubbliche amministrazioni, il ministro dovrebbe convocare immediatamente un tavolo per costruire le condizioni per un piano per l’occupazione nella Pa”.

“Dal 2023 al 2030 – dice il segretario generale della Uilpa, Sandro Colombi – usciranno, vista l’età media elevatissima e il blocco del turnover degli anni scorsi, circa un milione di dipendenti pubblici. Altrettanti ne dovrebbero entrare si si vuole garantire la funzionalità minima dell’amministrazione. Bisogna agire sulla stabilizzazione dei precari e sulla stabilità dei nuovi contratti per il ricambio generazionale ma anche sul trattamento retributivo. Sennò a che servono i progetti Pnrr, a comprare pc senza che nessuno possa usarli?”.

“Oltre alla questione retributiva e a quella della stabilizzazione e della prospettiva – afferma il segretario nazionale Fp–Cisl Angelo Marinelli – c’è quella dell’organizzazione del lavoro nella pubblica amministrazione che rischia di essere meno attrattiva per i profili tecnici sul piano professionale. Bisogna lavorare sugli stipendi e sulla stabilità ma anche su questo piano”. 

LEGGI ANCHE Approvate le graduatorie del concorso Inps, sbloccati 4.300 posti

  • concorsi pubblici
  • carenza personale pubblica amministrazione

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