
Urso: “possiamo ancora evitare di passare dalla subordinazione alla Russia per energia fossile a quella ben peggiore della Cina sulla tecnologia green”
Il biocombustibile è green, le batterie elettriche no. Questo in sintesi quello che ritiene il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, che in una intervista rilasciata a Il Messaggero è tornato su uno degli argomenti caldi di questi giorni, dopo che i ministri dell’Ue hanno ratificato il regolamento sullo stop ai motori termici dal 2035. «Puntare tutte i gettoni sull’auto elettrica come chiede l’Ue significa, in un futuro non remoto, riaprire “anche le miniere italiane per estrarre litio, cobalto, titanio. Per fare il biocombustibile occorre piantare centinaia di milioni di alberi da cui poi si realizzerà la biomassa, alberi che nella vita assorbiranno molta più anidride carbonica di quella che sarà risparmiata con l’elettrico. Per fare una batteria e una macchina a trazione elettrica occorre riaprire i giacimenti in Italia e in Europa, scavare la terra ed estrarre litio e poi cobalto, manganese, titanio», ha spiegato senza mezzi termini.
L’obiettivo dell’Italia è essere indipendente. «Nella sfida con la Cina sull’auto elettica – sostiene Urso – possiamo ancora farcela, ma dobbiamo recuperare clamorosi ritardi, se vogliamo evitare di passare dalla subordinazione alla Russia per energia fossile a quella ben peggiore della Cina sulla tecnologia green. È una grande rivoluzione industriale che ha costi e benefici, vincenti e perdenti».
Sui fondi del Pnrr il ministro chiede che la Commissione consenta di rivedere i progetti irrealizzabili presentati dal precedente governo ed oggi contestati. «Noi chiediamo solo buon senso e quindi flessibilità, per concentrare le risorse su quel che serve davvero alla duplice transizione ecologica e digitale», conclude il ministro.
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