
L’indice dei prezzi della FAO, che tiene traccia delle materie prime alimentari più scambiate a livello globale, ha registrato una media di 120,6 punti in ottobre, in calo rispetto ai 121,3 del mese precedente. Trainano i cali di zucchero, cereali, oli vegetali e carne
L’indice mondiale dei prezzi alimentari crolla ad ottobre, al livello più basso in oltre due anni, trainato dai cali di zucchero, cereali, oli vegetali e carne. In praticolare l’indice dei prezzi della FAO, che tiene traccia delle materie prime alimentari più scambiate a livello globale, ha registrato una media di 120,6 punti in ottobre, in calo rispetto ai 121,3 del mese precedente, secondo quanto ha affermato l’agenzia in un rapporto di venerdì.
La lettura di ottobre è stata la più bassa da marzo 2021.
Scendendo nel dettaglio l’Indice FAO dei prezzi dei cereali ha registrato una media di 125,0 punti, in calo di 1,3 punti rispetto a settembre. «I prezzi internazionali del grano sono diminuiti dell’1,9% nel mese di ottobre, riflettendo le forniture generalmente più elevate del previsto negli Stati Uniti d’America e la forte concorrenza tra gli esportatori», ha affermato la FAO. In un rapporto separato sulla domanda e offerta di cereali l’agenzia ha mantenuto le sue previsioni per la produzione mondiale di cereali quest’anno a 2,819 miliardi di tonnellate, in aumento dello 0,9% rispetto all’anno precedente.
I prodotti lattiero-caseari hanno contrastato la tendenza al ribasso dei prezzi con l’indice FAO in aumento di 2,4 punti a 111,3 punti dopo 9 mesi di cali consecutivi.
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