
Moody’s ha mantenuto il rating a lungo termine della Cina “A1” sui titoli sovrani del paese
Moody’s ha abbassato l’outlook sul rating creditizio del governo cinese da stabile a negativo a causa del debito della seconda economia mondiale. Il taglio si deve al maggior debito che comporta rischi per l’economia, così come le persistenti difficoltà del settore immobiliare.
Moody’s si aspetta che il sostegno di Pechino e i possibili piani di salvataggio dei governi locali in difficoltà e delle imprese statali diminuiscano la forza fiscale, economica e istituzionale della Cina. L’agenzia di rating sottolinea in una nota che il Governo dovrà utilizzare ulteriori stimoli fiscali per sostenere la crescita e questo peserà ulteriormente sul livello del debito. Il sostegno finanziario del governo centrale ai governi regionali in difficoltà e alle imprese a partecipazione pubblica comporta ampi rischi.
Non l’ha presa affatto bene il Ministero delle Finanze cinese che ha espresso il suo disappunto per la decisione di downgrade. «Le preoccupazioni di Moody’s sulle prospettive di crescita economica e sulla sostenibilità fiscale della Cina non sono necessarie – si legge in una nota. – Dall’inizio di quest’anno, di fronte alla complessa e grave situazione internazionale, e sullo sfondo dell’instabilità della ripresa economica globale e dell’indebolimento dello slancio, la macroeconomia cinese ha continuato a riprendersi e lo sviluppo di alta qualità è costantemente avanzato».
Moody’s ha tuttavia mantenuto il rating a lungo termine della Cina “A1” sui titoli di stato del paese, prevedendo al contempo che la crescita annuale del PIL cinese rallenterà al 4% nel 2024 e 2025 e in media al 3,8% dal 2026 al 2030. Fattori strutturali, tra cui la debolezza demografica, porteranno a un calo al 3,5% entro il 2030.
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