
L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di CO2 dell’impianto di Grande-Synthe
1,8 miliardi di euro: a tanto ammontano i fondi che il governo francese e ArcelorMittal hanno deciso di investire sull’acciaieria di Dunkerque per ridurre il carbonio prodotto, tagliando così le emissioni industriali del Paese del 6%. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze Bruno Le Maire in un incontro con i giornalisti.
Il contributo dello Stato, che sarà convalidato dall’Unione Europea, potrebbe ammontare fino a 850 milioni di euro. Questo denaro consentirà di costruire a Dunkerque, che è considerato uno dei 50 siti industriali francesi più inquinanti, due forni elettrici e un’unità diretta per la riduzione del ferro. L’attivazione è prevista per il 2027. È il primo passo verso la produzione di acciaio privo di carbonio.
Arcelor firmerà inoltre una lettera di intenti con Edf (Electricite de France) per un contratto di fornitura a lungo termine di energia nucleare.
Intanto è in corso la trattativa per l’uscita di ArcelorMittal dall’ex Ilva e la settimana che si apre sarà decisiva. I legali di Invitalia e Arcelor Mittal, rispettivamente al 38 e al 62% del capitale, sono al lavoro nel tentativo di definire una separazione consensuale che porti a una uscita morbida del colosso franco-indiano. Palazzo Chigi ha indicato mercoledì 17 gennaio come termine ultimo delle trattative, mentre giovedì ci sarà una nuovo incontro con i sindacati dove forse si chiarirà definitivamente il percorso da seguire. Lo Stato assumerà il controllo dell’azienda solo per traghettarla verso un nuovo assetto societario. Si cercano quindi nuovi partner e tra i nomi circolati nei giorni scorsi, oltre a Vulcan Green Steel e Metinvest, si fa insistente anche quello del gruppo Arvedi.
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