Hanno scatenato una vera e propria bufera le notizie (smentite inizialmente da Palazzo Chigi ma esplicitamente caldeggiate dal ministro Matteo Salvini) secondo cui Elon Musk avrebbe chiuso un accordo con l’Italia per far rientrare Roma all’interno del sistema di telecomunicazioni delle attività aerospaziali di Space X e dell’impresa di banda larga satellitare Starlink. Le indiscrezioni sono partite ieri dopo la visita a sorpresa del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni per incontrare il Presidente eletto Donald Trump e sono state alimentate dall’amicizia che la Premier ha stretto in passato con Musk.
Il miliardario è infatti patron di Starlink, ramo di SpaceX che vanta 6.700 satelliti attivi nell’orbita bassa della Terra fornendo banda larga a bassa latenza. Un sistema di comunicazioni che, però, di fatto, sono ascrivibili ad un’altra nazione la quale, così facendo, potrebbe avere una sponda in aree sensibili del Mediterraneo.
Le indiscrezioni parlavano di un accordo di circa 1,5 miliardi di euro in cinque anni riguardante un progetto noto da mesi che vedrebbero la rete satellitare di Musk come alternativa alla costellazione satellitare IRIS2 dell’UE che, però, non sarà attivo prima del 2029 (e che deve affrontare non pochi problemi sia tecnici che finanziari) ma che la stessa Italia starebbe contribuendo a finanziare.
Quello di Iris² paradossalmente è un progetto nato dalla necessità di limitare la dipendenza delle nazioni da operatori extra-Ue come SpaceX di Musk o Kuiper di Jeff Bezos.”In tempi di crisi, non possiamo permetterci di dipendere troppo da Paesi o aziende al di fuori dell’Ue”, ha dichiarato Andrius Kubilius primo commissario per la difesa e lo spazio del blocco, che parla di Iris² come un “cambiamento di paradigma per l’Europa” il cui scopo è garantire comunicazioni militari sicure in futuro.
Al centro i sistemi di crittografia per le comunicazioni governative ma anche possibili servizi riguardanti sistemi comunicativi per emergenze, disastri o attacchi terroristici. Sullo sfondo un possibile contrasto con Bruxelles anche se dalla Commissione europea fanno sapere che gli Stati membri dell’Ue possono partecipare a Iris² e firmare contratti aggiuntivi a livello nazionale.
“I colloqui con SpaceX fanno parte delle normali discussioni che i dipartimenti statali hanno con le aziende”, ha dichiarato l’ufficio di Giorgia Meloni in un comunicato mentre Elon Musk ha gettato benzina sul fuoco delle polemiche sottolineando che da parte sua SpaceX è “pronta a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata”. A complicare la situazione anche la posizione del ministro della Sicurezza italiano Guido Crosetto che vede il predominio dell’impero di Musk sulla connettività in orbita bassa come un elemento utile per l’Italia e la stessa azienda un partner indispensabile.
“L’Europa sta lavorando a un sistema alternativo, ma ci vorranno 10-15 anni”, ha detto Crosetto. Di parere opposto, invece, l’opinione espressa dall’ex premier italiano Mario Draghi il quale nel suo rapporto sulla competitività oltre ad evidenziare il ritardo europeo sul settore, teme la rapida espansione di Starlink come elemento di crisi per gli operatori di telecomunicazioni e i produttori di satelliti europei.
Intanto la segretaria del Pd Elly Schlein chiede che la Premier Meloni “venga in Parlamento a riferire su questa vicenda paradossale”. “La corsa della destra italiana al bacio della pantofola all’uomo più ricco del mondo starebbe assumendo tratti ridicoli, se non fosse che in gioco ci sono la sicurezza nazionale, i soldi dei cittadini italiani e i loro dati sensibili. Perché ieri il vicepremier Salvini, con la conferma di Musk stesso, ha di fatto smentito la dichiarazione di Palazzo Chigi che sosteneva che tra il governo e SpaceX non si stia concludendo l’accordo per l’utilizzo del sistema Starlink”.