No, non sono solo canzonette, il Festival di Sanremo è molto di più di evento non è solo una competizione musicale, che sfocia in fenomeno culturale che unisce generazioni diverse. Il suo impatto totalizzante a livello mediatico per la durata della kermesse canora, ha anche un notevole riscontro economico.
Il Festival di Sanremo 2025 evidenzia, infatti, un impatto economico complessivo di 245,1 milioni di euro, con un valore aggiunto di 97,9 milioni e la creazione di 1.459 posti di lavoro.
Questi risultati rappresentano un incremento significativo rispetto all’edizione del 2024, che si attestava a 205 milioni circa, confermando l’importanza di tale evento per l’economia regionale e nazionale.
Secondo le stime di EY, i presunti investimenti per l’organizzazione del Festival hanno generato un impatto economico diretto di 20 milioni di euro, un impatto economico indiretto di 20,3 milioni e indotto di 7,6 milioni di euro, per un totale di 47,9 milioni.
«I risultati della nostra analisi dimostrano come il Festival di Sanremo continui a essere un rilevante motore di crescita economica per la regione con interessanti ricadute per il Paese. Rispetto all’anno scorso, l’incremento del valore della produzione di quest’anno, che è passato da circa 205 milioni di euro a 245, e del numero di posti di lavoro creati, da 1.330 circa a 1.459, sottolinea l’importanza degli investimenti nell’industria musicale nonché in eventi artistici di questa portata. Per l’edizione di quest’anno, inoltre, si stima una percentuale di posti occupati dagli spettatori pari all’80% del totale nelle cinque serate ed è di circa 500 euro la spesa giornaliera del singolo spettatore tenendo conto, tra gli altri, dei costi legati al trasporto, pernottamento, ristorazione e spese varie», afferma Mario Rocco, Partner EY – Head of Valutation.

Foto: Ansa
L’attività degli spettatori e dei professionisti presenti a Sanremo, infatti, contribuisce con un valore della produzione di 25 milioni di euro e un valore aggiunto di 11,5 milioni, creando circa 220 posti di lavoro.
Le spese pubblicitarie e degli sponsor rese disponili pubblicamente avranno un impatto economico complessivo di 172 milioni, con un valore aggiunto di 67 milioni e la creazione di 910 posti di lavoro.
Rispetto alla precedente edizione del Festival, quest’anno si registra un incremento complessivo di circa 40 milioni per quanto riguarda il valore della produzione (204,6 nel 2024 e 245,1 nel 2025).
In termini di valore aggiunto, nel 2025 si attesta a 99 milioni mentre nel 2024 a 77, segnando una crescita complessiva per quest’anno di 21 milioni. Quest’anno sono stati attivati 1.459 posti di lavoro, rispetto ai 1.327 posti del 2024, con un incremento di 132 unità.
Relativamente alle spese organizzative, nel 2025 sono stimate a circa 20 milioni di euro, rispetto ai 18 milioni del 2024, mentre le spese pubblicitarie e degli sponsor hanno raggiunto i 67 milioni di euro, rispetto ai 56 milioni di euro del 2024, con un incremento di 11 milioni nell’edizione del 2025.
«Guardando al futuro, le previsioni indicano che il Festival di Sanremo continuerà a essere un evento di grande rilevanza economica, con potenziali ulteriori incrementi negli investimenti e nell’impatto economico complessivo. La crescente attenzione degli sponsor e l’aumento della partecipazione del pubblico rappresentano indicatori positivi per le prossime edizioni», conclude Mario Rocco, Partner EY – Head of Valutation.
- Investimenti organizzativi e sponsor 20 milioni di euro per le spese di organizzazione presunte e 67 milioni per le spese di pubblicità e sponsor stimate sulla base delle informazioni pubblicamente disponibili
- Percentuale di posti occupati dagli spettatori Si assume una percentuale di posti occupati dagli spettatori pari all’80% del totale nelle cinque serate
L’impatto economico degli investimenti per l’organizzazione
L’impatto economico diretto rappresenta la stima dell’impatto economico sul territorio direttamente generato dalle spese per l’organizzazione dell’evento stimato in 20 milioni di euro. Per impatto economico indiretto, invece si ritiene l’impatto economico che deriva dall’attivazione delle filiere produttive a seguito degli investimenti effettuati per l’organizzazione dell’evento.
Tali investimenti generano un aumento della domanda aggregata la quale, a sua volta, attiva le catene di fornitura necessarie per produrre i beni e i servizi necessari all’organizzazione dell’evento: stimati in 20,3 milioni di euro.
Mentre l’impatto economico indotto comprende gli effetti dell’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori impiegati nelle attività interessate, con ulteriori spillover positivi sull’economia del territorio: pari a 7,6 milioni di euro.
Per un impatto economico complessivo di 47,9 milioni di euro.
L’impatto economico dell’attività degli spettatori e dei professionisti
Anche qui l’impatto economico diretto rappresenta la stima dell’impatto economico sul territorio direttamente generato dalle spese per l’organizzazione dell’evento e in questo caso è pari a 11,1 milioni di euro.
Per l’impatto economico indiretto che deriva dall’attivazione delle filiere produttive a seguito degli investimenti effettuati per l’organizzazione dell’evento. Tali investimenti generano un aumento della domanda aggregata la quale, a sua volta, attiva le catene di fornitura necessarie per produrre i beni e i servizi necessari all’organizzazione dell’evento: corrispondono a 9,4 milioni di euro.
L’impatto economico indotto comprende gli effetti dell’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori impiegati nelle attività interessate, con ulteriori spillover positivi sull’economia del territorio di 4,5 milioni di euro. Per un totale di 25 milioni di euro.
L’impatto economico delle spese pubblicitarie e sponsor
L’impatto economico diretto generato dalle spese per l’organizzazione dell’evento corrisponde a 67 milioni di euro.
L’impatto economico indiretto che deriva dall’attivazione delle filiere produttive a seguito degli investimenti effettuati per l’organizzazione dell’evento. Tali investimenti generano un aumento della domanda aggregata la quale, a sua volta, attiva le catene di fornitura necessarie per produrre i beni e i servizi necessari all’organizzazione dell’evento è pari a 77,4 milioni di euro.
Mentre per l’impatto economico indotto che comprende gli effetti dell’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori impiegati nelle attività interessate, con ulteriori spillover positivi sull’economia del territorio si parla di 27,8 milioni di euro. Per una cifra complessiva di 172,2 milioni.
Confronto dell’impatto economico generato rispetto alla precedente edizione
Spese organizzative 18 milioni di euro (2024) e 20 milioni (2025). Spese pubblicitarie e sponsor 56 milioni di euro (2024) e 67 milioni (2025).
Il Festival di Sanremo rappresenta la manifestazione per antonomasia del panorama musicale italiano.
La straordinaria impronta mediatica, folcloristica e soprattutto finanziaria della kermesse richiede una struttura articolata e complessa, che genera un impatto economico rilevante sia a livello locale che nazionale.
Quanto costa concretamente il Festival di Sanremo, e chi lo sostiene di fatto?
È la Rai, organizzatrice e proprietaria dei diritti esclusivi, a investire le risorse necessarie a coprire i costi di produzione: il budget di ciascuna edizione è compreso tra i 15 e i 20 milioni di euro.
In qualità di azienda pubblica, l’emittente si regge principalmente su due fonti: il canone televisivo pagato dagli italiani e i ricavi di natura pubblicitaria e commerciale.
La Rai detiene da sempre i diritti del Festival e lo ha reso parte integrante del palinsesto e della propria identità. Su RaiPlay, la piattaforma streaming ufficiale del primo polo televisivo italiano, Sanremo è fruibile in diretta.
Gli utenti che accedono all’app, tuttavia, rischiano di essere soggetti al tracciamento dei loro dati personali o alla profilazione pubblicitaria: l’impiego di una VPN Italia garantisce una barriera di anonimato, nascondendo l’indirizzo IP e proteggendo i dati di navigazione.
Viste le premesse, possiamo affermare con cognizione di causa che il Festival di Sanremo sia l’appuntamento mediatico più articolato in Italia, non solo per portata e visibilità ma anche per l’apparato organizzativo e il business che lo supportano.
Molto più di una rassegna musicale, dunque: un’autentica vetrina, un volano per la Rai e per il territorio, oltre che un emblema culturale dalla complessità produttiva paragonabile a quella dei grandi eventi globali.
Quanto costa Sanremo: investimenti e costi di produzione
Secondo alcune stime, nelle ultime edizioni del Festival i costi di produzione si sono assestati intorno ai 17 milioni di euro annui.
Una cifra lievitata nel corso del tempo soprattutto per ampliare la caratura dell’evento, dotandolo di scenografie di spessore e tecnologie avanzate.
Il Teatro Ariston è il cuore pulsante della kermesse: a cadenza annuale, il costo per l’affitto della struttura si aggira intorno ai 5 milioni di euro e comprende, oltre al nolo, la preparazione logistica e la sicurezza. Vi è poi un elenco di spese di allestimento che vale una fetta considerevole del budget.
Palco, luci e schermi a LED, sistemi audio, effetti speciali, arredi, telecamere, droni per le riprese aeree e tante altre attrezzature audiovisive di ultima generazione necessitano di investimenti sostanziosi in progettazione, materiali e personale tecnico.
Va detto, però, che anche i cachet di ospiti e presentatori appesantiscono il bilancio complessivo.
Nel 2009 Paolo Bonolis percepì circa 1 milione di euro mentre, più recentemente, Carlo Conti ha ricevuto 650 mila euro per la conduzione nel 2017 e, secondo alcuni rumor, ne percepirà circa 500 mila per questa edizione ossia poco meno di Amadeus che nel 2024 ha siglato invece un accordo da circa 700 mila euro totali.
Vi sono poi co-conduttori e ospiti vari, con retribuzioni che oscillano tra i 10 mila e i 100 mila euro per gli invitati di prestigio internazionale.
Negli anni i compensi hanno dato adito ad una serie di polemiche da parte dell’opinione pubblica, ma è un dato di fatto che gli assegni elevati siano comunque giustificati dall’impatto sull’audience e sull’immagine dell’evento.
Un capitolo a sé stante meritano le spese per il personale coinvolto nell’organizzazione: direttori artistici, autori, coreografi, truccatori, parrucchieri, costumisti e così via.
Chi svolge ruoli di responsabilità nelle scelte creative, in particolare, è chiamato ad un complesso lavoro di selezione e supervisione che non va certo sottovalutato. Un’ulteriore voce di spesa, anch’essa in costante crescita, è legata alla promozione del Festival: spot pubblicitari, campagne social e quant’altro.
Come vedremo, il rapporto costi/ricavi di Sanremo resta fortemente positivo. La Rai, infatti, può godere di un cospicuo margine di decine di milioni all’anno: una somma che consente di sovvenzionare altri programmi e appianare le perdite di progetti meno remunerativi.
I costi, in definitiva, vengono ampiamente ripagati, creando così un modello economico solido: gli investimenti nella qualità dell’evento non solo rafforzano il brand del Festival, ma contribuiscono all’indotto della città sanremese e dell’intero comparto musicale italiano.
Quanto incassa Sanremo: le entrate tra ricavi pubblicitari, biglietti, diritti di trasmissione
Il peso specifico del canone è relativamente marginale per l’economia diretta del Festival, che si autofinanzia in larga misura: i ricavi di Sanremo si basano principalmente su pubblicità televisiva e sponsorizzazioni.
Nel 2019, ad esempio, gli spot trasmessi in diretta avevano fruttato 31,3 milioni di euro. Nel 2024, invece, è stato stabilito un nuovo record nella raccolta pubblicitaria: ben 60,2 milioni di euro.
La mole d’affari, dunque, è pressoché raddoppiata nel giro di un lustro. Non a caso, oggigiorno, le tariffe per pacchetti premium – come quelli trasmessi negli orari di punta – possono superare gli 1,7 milioni di euro per pochi secondi di spot.
Il Festival si avvale inoltre di sponsor principali, i cui loghi e contenuti sono integrati nel format. Tra il 2017 e il 2021 Tim è stato lo sponsor di punta, contribuendo alla causa a suon di milioni.
Dal 2022 è toccato a Eni e nello stesso anno è subentrata anche Costa Crociere, con gli eventi paralleli organizzati a bordo delle sue navi. Altri brand, come i marchi di abbigliamento che vestono i presentatori o quelli delle tecnologie sul palco, pagano per essere integrati in modo discreto ma efficace.
Gli spazi pubblicitari su RaiPlay e sulle piattaforme social nell’orbita di Sanremo si rivelano un’occasione eccezionale per rivolgersi al target più giovanile.
La vendita dei biglietti, poi, rappresenta una fonte diretta di introiti: il pubblico presente all’Ariston può arrivare a spendere migliaia di euro per i tagliandi di un’intera settimana.
Capitolo diritti di trasmissione: la Rai vende i titoli per la fruizione del Festival a emittenti straniere o piattaforme che trasmettono agli italiani all’estero. Si tratta di un’opportunità ghiotta per Paesi come Stati Uniti e Australia, ricchi di comunità italiane.
Anche il merchandising e i prodotti correlati generano ricavi, mediante vendite fisiche e digitali.
Al di là del flusso diretto di entrate per la Rai, il Festival stimola notevolmente il sistema produttivo locale e del territorio circostante.
Il ritorno per la città di Sanremo è davvero impressionante: una media di 41mila persone tra ospiti, organizzatori, staff e turisti giunge in zona ogni anno, tra gli ultimi giorni di gennaio e i primi di marzo.
Pubblicità, biglietti, diritti, merchandising e indotto economico: tutte queste fonti non fanno che amplificare in misura sempre maggiore il successo dell’appuntamento. Un modello diversificato, dunque, che garantisce alla rassegna una certa sostenibilità a livello finanziario.
Guadagni degli artisti a Sanremo: introiti tra cachet e ricavi indiretti
Andare a Sanremo non sarà redditizio come un tour di concerti o le ospitate in altre manifestazioni, ciononostante i benefici indiretti sono a dir poco enormi. Il Festival della canzone italiana è un palcoscenico promozionale unico, una cassa di risonanza che si traduce in vendite, streaming, contratti e opportunità artistiche senza eguali.
La torta degli introiti dei concorrenti è da suddividersi in due porzioni: un compenso diretto per la partecipazione e tutto l’insieme dei ricavi indiretti e dei benefit derivati.
Il cachet per i cantanti in gara non è particolarmente degno di nota: si spazia tra i 3/5mila euro per gli emergenti fino ai circa 50mila per i “big”.
È coperta anche tutta la parte di spese legata al team creativo dell’artista, inclusi arrangiatori, musicisti e costumi di scena. La Rai, dal canto suo, considera la visibilità come principale moneta di scambio: nemmeno il vincitore del Festival riceve un premio ulteriore dall’azienda.
L’occasione di rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest, tuttavia, è di per sé un biglietto della lotteria: i Måneskin, d’altronde, hanno dimostrato come trionfare sia a Sanremo che all’Eurovision sia una garanzia di successo globale.

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Le opportunità consecutive alla competizione sono da ricercarsi sul piano delle vendite discografiche, dello streaming, dei concerti e tour promozionali. Basti pensare che, dal 2021, il brano vincente “Zitti e Buoni” degli stessi Måneskin ha venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo.
Anche chi non vince, però, può ottenere un ritorno importante: “Musica Leggerissima” di Colapesce e Dimartino, “Voce” di Madame o “Rolls Royce” di Achille Lauro sono soltanto alcune prove concrete, con un’incetta di stream e dischi di platino.
A seconda dell’esito del pezzo, le royalties derivanti dallo streaming possono portare centinaia di migliaia di euro: su Spotify, ad esempio, si guadagnano una media di 0,003/0,005 euro per ogni ascolto.
La partecipazione al Festival, infine, è una leva potente per la vendita di biglietti dei concerti e per l’organizzazione di nuovi tour.
Gli artisti in rampa di lancio ottengono notorietà e maggiore richiesta per i live, assicurandosi incassi da capogiro. Per non parlare delle eventuali collaborazioni con i brand, dei contratti pubblicitari e delle sponsorizzazioni sui social, correlate ad un incremento vertiginoso in termini di follower.
Il Festival come motore economico di vari settori
Il Festival di Sanremo 2025, in programma dal 11 al 15 febbraio, si preannuncia come un evento imperdibile, con Carlo Conti alla guida delle serate ricche di musica e spettacolo. Oltre a essere un simbolo della tradizione musicale italiana, il Festival rappresenta un motore economico che coinvolge vari settori.

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Dalla pubblicità al turismo, dal settore musicale alla ricettività, l’evento contribuisce significativamente all’economia locale e nazionale. In questo articolo esploreremo l’impatto economico del Festival di Sanremo, analizzando i benefici per i settori coinvolti, e vi forniremo le ultime novità sulle serate e gli ospiti di Sanremo 2025.
Ogni anno, il Festival di Sanremo non solo celebra la musica italiana, ma si conferma come un potente motore economico per vari settori. I ricavi generati dall’evento coinvolgono un ampio spettro di industrie, dai media alla ricettività, passando per il commercio e il turismo.
I diversi settori:
Pubblicità e sponsorizzazioni
Nel 2024, il Festival ha generato 56 milioni di euro grazie alla raccolta pubblicitaria, un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Questo è stato possibile grazie all’introduzione di pacchetti premium e nuove forme di sponsorizzazione, tra cui la connected TV su RaiPlay.
Settore turistico e ricettivo
Ogni anno, il Festival porta circa 41.000 persone a Sanremo, portando benefici diretti e indiretti all’economia locale. Le strutture ricettive, comprese hotel, b&b e case vacanze, sono completamente prenotate, con prezzi che possono arrivare fino a 1.000 euro a notte per le camere più richieste.
Questo effetto si estende anche alle località vicine, come Imperia e Ventimiglia, creando un impatto positivo su ristoranti, negozi e trasporti. L’intero territorio ligure beneficia quindi dell’afflusso di turisti, alimentando un circuito economico che coinvolge più settori.
Settore discografico
Il Festival di Sanremo rappresenta una fetta importante del mercato musicale italiano, contribuendo al 2% del volume d’affari complessivo del settore.
La visibilità internazionale e nazionale delle canzoni in gara porta a un incremento significativo delle vendite di dischi, inclusi i dischi di platino. Con una crescita costante delle vendite, Sanremo continua a essere una vetrina fondamentale per gli artisti e un’opportunità commerciale per l’industria musicale.
Impatto sostenibile sull’economia nazionale
Oltre a essere un evento culturale di grande rilevanza, il Festival di Sanremo è anche un catalizzatore per l’economia nazionale. Grazie ai suoi effetti sull’industria della pubblicità, del turismo, dei trasporti, e del commercio, l’evento contribuisce in modo significativo a stimolare vari settori, creando opportunità di visibilità per le aziende e rafforzando l’economia nazionale.
In un contesto di crescente globalizzazione e connettività, Sanremo rappresenta un’opportunità unica per le imprese di ottenere esposizione a livello nazionale e internazionale.
In sintesi, il Festival di Sanremo è molto più di un evento musicale: è un vero e proprio motore economico che coinvolge e beneficia una vasta gamma di settori e contribuisce in modo significativo al benessere economico del territorio e del paese.
Sanremo: quanto guadagna Carlo Conti il conduttore dell’edizione 2025
Per il conduttore circa 500. 000 euro per guidare la kermesse e selezionare gli artisti in gara. Tra rimborsi ai cantanti e incassi pubblicitari record, Il Festival si conferma un affare d’oro per la Rai.
Carlo Conti è tornato al comando e con lui, puntuale come un orologio svizzero, arriva il balletto delle cifre. Quanto guadagnerà il conduttore per riportare il Festival di Sanremo sotto la sua ala, è una domanda che appassiona quasi quanto la gara stessa.

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Il cachet dei conduttori della kermesse è sempre un tema caldo, tra chi lo considera un investimento sacrosanto e chi lo vede come un esagerato spreco di denaro pubblico.
La verità, come sempre, sta nel mezzo: Sanremo è un business gigantesco, e chi sta al timone deve avere esperienza, credibilità e la capacità di gestire cinque serate di diretta senza sbavature. Ecco perché la Rai ha scelto di puntare su Conti, uno che sa esattamente come si porta a casa il risultato.
Secondo indiscrezioni, il cachet del conduttore fiorentino per questa edizione si aggira intorno ai 500.000 euro. Una cifra di tutto rispetto, ma perfettamente in linea con i suoi predecessori.
Amadeus, per esempio, ha incassato circa la stessa somma nelle ultime edizioni, mentre Claudio Baglioni si era spinto oltre, superando i 700. 000 euro.
Il compenso di Conti include il doppio ruolo di conduttore e direttore artistico, il che significa non solo la presenza sul palco, ma anche mesi di lavoro dietro le quinte: dalla selezione delle canzoni alla costruzione dello show, ogni dettaglio passa dal suo vaglio.
Questa cifra comprende sia le cinque serate in diretta sia il lavoro preparatorio che inizia mesi prima dell’evento. Questo compenso lo colloca tra i volti più remunerati della televisione italiana, simile a quanto percepito da Amadeus nelle edizioni precedenti.
Il ritorno di Carlo Conti al Festival di Sanremo 2025 è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico della Rai, convinto che non potesse esserci scelta migliore dopo l’addio di Amadeus alla tv di Stato e, quindi, anche alla conduzione della kermesse musicale.
Il presentatore è chiamato all’arduo compito di non far rimpiangere il suo predecessore e per svolgere le sue mansioni potrà contare su dei compensi piuttosto elevati.
Compensi dei co-conduttori nelle 5 serate e dei cantanti in gara
Più contenuti i compensi dei co-conduttori, scelti per affiancarlo nelle cinque serate. Secondo indiscrezioni, ognuno riceverà circa tra i 40. 000 e i 25. 000 euro, anche se alcuni nomi potrebbero incassare cifre più alte.
Tra loro spiccano Gerry Scotti e Antonella Clerici, scelti per la serata inaugurale, seguiti da volti noti dello spettacolo come Bianca Balti, Nino Frassica, Cristiano Malgioglio, Miriam Leone, Elettra Lamborghini, Katia Follesa, Mahmood e Geppi Cucciari. L’ultima serata vedrà invece protagonisti Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi.
Diverso il discorso per i cantanti in gara. Qui non ci sono cifre da capogiro, anzi. I 30 Big selezionati ricevono un rimborso spese complessivo di 53.000 euro, cifra destinata a coprire costi di produzione, arrangiamenti e promozione.
Alla fine, l’effettivo guadagno per ogni artista si aggira intorno ai 3.000 euro, con un extra di 5.000 euro per la serata dei duetti. Un cachet simbolico, che però viene abbondantemente compensato dalla visibilità. Sanremo, infatti, è una vetrina che può cambiare la carriera di un cantante: più che il cachet, conta il ritorno economico in termini di streaming, vendite e ingaggi post-Festival.
Cashet ospiti
Qui le cifre si fanno decisamente più interessanti. I grandi nomi italiani e internazionali che saliranno sul palco dell’Ariston riceveranno cachet che variano tra i 50.000 e i 100.000 euro per una singola esibizione.
Sanremo 2025 è la 75esima edizione del Festival della Canzone Italiana e tra gli elementi più attesi, ci sono gli ospiti che animeranno ogni serata. Le guest star di questa nuova attesissima edizione del Festival vanno da Lorenzo Jovanotti a Damiano David dei Måneskin passando per Iva Zanicchi e i Duran Duran.

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Il punto è che, nonostante le solite polemiche sui compensi, Sanremo resta una macchina da soldi.
La pubblicità e gli sponsor coprono ampiamente i costi, e l’evento continua a essere il programma più visto e più redditizio della televisione italiana.
Nel 2024, ad esempio, la raccolta pubblicitaria aveva superato i 50 milioni di euro, rendendo l’intero meccanismo una gallina dalle uova d’oro.
Conti ha davanti una sfida importante: riportare il Festival al suo stile rassicurante, dopo il quinquennio esplosivo di Amadeus.
La sua formula sarà un equilibrio tra tradizione e novità, senza troppi eccessi, ma con l’obiettivo di dare centralità alla musica. Se con Amadeus il Festival è diventato un evento multimediale, social e dal respiro più internazionale, Conti potrebbe riportarlo a una dimensione più familiare, puntando su un mix di artisti consolidati e nuove proposte.
Sanremo è un gioco di equilibri, tra show e competizione, tra spettacolo e ascolti. Conti lo sa bene e, con il suo stile inconfondibile, è pronto a dimostrare che il Festival può continuare a funzionare anche senza rivoluzioni. E se per farlo servono 500. 000 euro, il mercato dice che li vale tutti.