
Governo e sindacati cominciano a gettare le basi del nuovo assetto previdenziale che dovrà entrare in vigore il 1° gennaio 2022
Comincia ad entrare nel vivo il confronto sul dopo Quota 100. Governo e parti sociali si sono dati appuntamento per venerdì 25 settembre per gettare le basi del nuovo assetto previdenziale che entrerà in vigore il 1° gennaio 2022, una volta terminata la sperimentazione triennale dei pensionamenti anticipati voluti dal Conte-1 a tinte giallo-verdi.
Diverse le opzioni sul tavolo: molto gettonata è la “doppia flessibilità in uscita” che prevede anzitutto la possibilità di consentire ad una prima fetta di categorie di lavoratori, a cominciare da quelli che svolgono attività gravose o comunque usuranti, di andare in pensione già a 62 o 63 anni con un’anzianità contributiva di 36 o 37 anni senza eccessive penalizzazioni e con la possibilità di sfruttare il canale alternativo dell’Ape sociale in versione potenziata e strutturale. Per tutti gli altri lavoratori la soglia minima di uscita, sempre in chiave flessibile, salirebbe a 64 anni d’età con almeno 37 anni di contribuzione e con penalità legate al metodo di calcolo contributivo di una certa consistenza per ogni anno d’anticipo rispetto al limite di vecchiaia dei 67 anni.
Questa ipotesi potrebbe essere valutata con attenzione già nelle prossime settimane e pare che non sia affatto sgradita ai sindacati per i quali, comunque, la priorità resta l’uscita garantita per tutti alla maturazione dei 41 anni di contribuzione.
Nei prossimi giorni scatteranno anche i quattro tavoli tecnici individuati nell’ultimo incontro tra governo e Cgil, Cisl e Uil per definire il pacchetto di misure da inserire nella manovra autunnale. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dato la disponibilità a lavorare soprattutto su tre interventi: proroga e rafforzamento di Ape sociale, prolungamento di Opzione donna e quota 41 per i lavoratori precoci.
Il cammino sarà senz’altro lungo, anche perché ora l’attenzione del Governo è tutta focalizzata su due appuntamenti urgenti in agenda: l’ormai imminente legge di bilancio e la definizione del Recovery plan per avere i soldi europei stanziati dall’Ue per l’emergenza Coronavirus.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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