Vediamo cosa cambia
Arrivano novità importanti sul fronte bancario. Gli addebiti automatici non saranno più consentiti se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi bancari. La nuova disposizione vale per tutta l’Ue ed è la conseguenza dell’entrata in vigore delle nuove norme dettate dall’Eba, l’autorità bancaria europea sui conti correnti che impongono di bloccare i pagamenti con addebito diretto nel caso in cui il cliente (impresa o famiglia) non abbia fondi sufficienti a coprire il costo di bollette, rate di mutui e finanziamenti, stipendi. In questi casi la banca lo blocca e cancella il relativo “Rid” (disposizioni automatiche di pagamento) ed il cliente diventa moroso.
Per milioni di piccole e medie imprese ma anche per le famiglie c’è dunque il rischio concreto non solo di una improvvisa mancanza di piccola liquidità, derivante dallo stop improvviso ai conti in rosso, ma anche di una significativa stretta al credito.
Non tutte le banche applicheranno comunque le norme in modo rigido ma sembrano orientate, almeno in una prima fase dell’applicazione delle nuove regole, a mantenere una linea più morbida, specie verso i clienti conosciuti. Le nuove regole prevedono che il cliente resti in stato di default, dopo la regolarizzazione dei pagamenti, per altri 90 giorni mentre fino allo scorso 31 dicembre, lo stato di default terminava saldando i debiti pregressi.
Secondo quanto afferma Unimpresa le banche italiane sono le più penalizzate dalle nuove norme europee. Fino allo scorso 31 dicembre, infatti, un debitore era considerato in stato di default se aveva pagamenti arretrati per più di 90 giorni in misura pari al 5% del suo debito. Dalla nuova stretta dell’Autorità bancaria europea la percentuale cala significativamente fino all’1%. «Di fatto – conclude Unimpresa – viene azzerata la flessibilità delle banche che è essenziale sia per le famiglie sia per le imprese».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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