
Le accuse sono riciclaggio, reati fiscali e corruzione tra privati. Al centro dell?indagine mazzette e somme di denaro provento di frode fiscale che venivano trasferite in paradisi fiscali tramite piattaforme online. Leonardo risulta parte offesa
Riciclaggio, reati fiscali e corruzione tra privati. Con queste accuse finiscono nei guai 10 manager di Leonardo e due società di Google, Google Ireland e Google Payments che “avrebbero consentito il trasferimento in paradisi fiscali di mazzette e somme di denaro provento di frode fiscale“.
L’inchiesta sulle forniture di Leonardo, coordinata dalla procura di Milano e nello specifico dal pm Gaetano Ruta, ha portato a galla un sistema di pagamenti da parte di una società fornitrice, Transpart, al gruppo di dipendenti, che sarebbero serviti per favorire l’ottenimento delle commesse. I vertici della Transpart avrebbero creato all’estero fondi neri, frutto dell’evasione fiscale, utilizzati proprio per pagare le mazzette e i regali a persone che dentro Leonardo avevano la possibilità di modificare le procedure di appalto adeguandole alle necessità della holding.
Il denaro, circa 6 milioni di euro tra il 2012 e il 2018, sarebbe stato trasferito in società off-shore a Panama, Inghilterra e Irlanda. Parte di questi soldi, circa 400mila quello tracciato, sarebbe rientrata in Italia tramite piattaforma Google pay. Da qui il coinvolgimento nell’inchiesta delle società Google Ireland e Google Payments, piattaforma che sarebbe stata utilizzata per eseguire le transazioni frutto della corruzione, impedendo l’identificazione di coloro che effettuavano i bonifici. Proprio per questo, i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, si sono recati nelle sedi della Leonardo di Roma e Pomigliano d’Arco (Napoli) e hanno acquisito i documenti utili alle indagini.
La società risulta parte lesa.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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