
Il gruppo ha battuto il consenso per il 2020 ma ha chiuso l’ultimo trimestre con una perdita di tre miliardi dovuta all’opas su Ubi banca
Il gruppo Intesa Sanpaolo, guidato da Carlo Messina, ha chiuso il 2020 battendo le attese del consenso Bloomberg e di Banca Akros con ricavi per 19,023 miliardi, costi operativi per 9,971 miliardi, un margine operativo lordo per 9,052 miliardi e un utile netto per 3,277 miliardi. Le attese del consenso Bloomberg erano per 18,776 miliardi di ricavi e 2,621 miliardi di utile netto rettificato. Banca Akros si aspettava 18,557 miliardi di entrate, costi operativi per 9,737 miliardi, un margine operativo lordo per 8,820 miliardi, rettifiche sui prestiti per 6,043 miliardi e 3,2 miliardi di profitti netti.
Il quarto trimestre dell’anno, come atteso dagli analisti, ha chiuso invece con un rosso per 3,099 miliardi dovuto soprattutto agli oneri di integrazione in seguito all’opas, lo scorso anno, su Ubi banca. Il fatturato si è attestato a 5,29 miliardi, meglio dei 5,08 miliardi stimati. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno la banca ha ulteriormente accelerato la riduzione dello stock di crediti deteriorati: infatti nel corso del 2020 è stata pari a 10,8 miliardi di euro.
Il cda proporrà la distribuzione di dividendi cash per 694 milioni di euro complessivi, “pari al massimo consentito dalla raccomandazione della Bce”, come riporta il comunicato sui conti. Il dividendo unitario proposto è di 3,57 centesimi di euro per azione.
Messina ha poi spiegato che la banca ha allocato oltre 6 miliardi di euro dell’utile pare-tasse del 2020 all’ulteriore rafforzamento: 2,2 miliardi ad accantonamenti per futuri impatti della pandemia, 2,1 miliardi per accantonamenti addizionali su crediti deteriorati e in bonis di Ubi e due miliardi ai costi di integrazione.
L’istituto prevede di riportare nel 2021 un utile netto superiore a 3,5 miliardi di euro, includendo Ubi Banca. Intravede un dividend payout ratio al 70%.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/DANILO SCHIAVELLA
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