L’Europa vira tutta in rosso. Milano la peggiore
Partenza cauta per Wall Street che è debole all’avvio. Sulle prime rilevazioni, il Dow Jones lima lo 0,60%; sulla stessa linea, si muove al ribasso lo S&P-500 che perde lo 0,40%, scambiando a 2.942,12 punti. Senza direzione il Nasdaq 100 che rilancia a +0,1%, mentre in lieve ribasso è lo S&P 100 (-0,35%).
Dopo un avvio tonico le Borse europee frenano e non riescono a consolidare i guadagni della giornata sull’effetto combinato di Fase 2, vaccini Usa e bazooka anti crisi proposto da Francia e Germania. A pesare sul sentiment c’è anche il deterioramento delle relazioni Usa-Cina.
Milano e Madrid sono le peggiori. Piazza Affari è arrivata a perdere anche oltre il 2%. Male la Tim che perde il 6% e paga la trimestrale inferiore alle attese in termini di traffico domestico. Le vendite colpiscono anche Amplifon e Recordati con cali vicini al 5,5%. Si salva Ferragamo che avanza di quasi tre punti dopo che ieri la ceo Micaela Le Divelec Lemmi, nel corso di una diretta live Instagram del Sole 24 Ore intitolata #PostCovid – Il mondo che verrà ha detto che con la fine del lockdown il fatturato in Cina ha registrato un netto aumento, tanto che i numeri sono al di sopra di quelli dello scorso anno. Tra le banche segno positivo per Unicredit mentre pesano i cali di Banco Bpm e Ubi Banca.
L’indice Zew sulle aspettative dell’economia tedesca a maggio è balzato a 51 da 28,2 di aprile sorprendendo nettamente il mercato per il secondo mese consecutivo. La stima di consenso era infatti di 35 ma c’erano anche uffici studi che indicavano un consolidamento a 20 punti. Invece appare molto più forte l’aspettativa per la ripartenza dell’economia tedesca. L’indice della situazione corrente è invece peggiorato a -93,5 da -91,5 di aprile e, anche in questo caso, ha sorpreso nettamente gli analisti che puntavano su una stima di consenso di -85.
L’euro è in salita contro il dollaro, sopra 1,09. Bene anche lo spread che scende a 209 punti base.
Il petrolio ripiega dopo essere arrivato a quotare sui massimi da due mesi con il Brent che è arrivato a 36 dollari al barile e quota ora 34,7 dollari (-0,32%) per la scadenza luglio. Il Wti giugno, che scade oggi, è fermo a 31,65 dollari al barile mentre la scadenza luglio 32,21 dollari in calo dello 0,19%. Nei giorni scorsi la ripresa della domanda e l’allentamento delle misure di lockdown hanno spinto al rialzo i prezzi.
di: Maria Lucia PANUCCI