
L’allarme della Fipe Confcommercio: fatturato giù del 35%, a rischio 60.000 imprese
Non solo il turismo (guarda qui) ma anche la ristorazione è duramente provata a causa della pandemia. La perdita per il 2020 è stimata in 33 miliardi, con un crollo del 35% del fatturato e con 60 mila imprese a rischio di chiusura definita. L’allarme arriva da Roberto Calugi direttore di Fipe-Confcommercio, nel corso dell’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera sulla legge di Bilancio.
La Fipe ha chiesto tra le varie misure un intervento sui canoni di locazione. «Gli operatori in moltissimi casi non hanno più i soldi per pagare gli affitti – ha spiegato. – Abbiamo due scelte, o riempiamo i tribunali di contenziosi, cosa che sta già avvenendo, o troviamo delle normative che, a basso costo per lo Stato, permettono di arrivare a nuovi accordi almeno fino a quando ci sarà lo stato di crisi, tra locatori e locatari. Noi proponiamo che si adottino forme di cedolare secca che favoriscano le rinegoziazione tra proprietari e gestori».
In un momento di emergenza come questo molte sono le attività che saranno costrette a chiudere ma questo non vuol dire che gli imprenditori non potranno avviare una nuova attività in tempi migliori. «Siamo consapevoli – ha proseguito – che il settore per lungo tempo non sarà lo stesso, che ci saranno delle conseguenze strutturali: per questo abbiamo apprezzato l’indennizzo per la cessazione di attività commerciale ma ci chiediamo se non sia necessario rimettere mano alla normativa sulla crisi d’impresa per separare la vita dell’impresa dalla vita dell’imprenditore, perché il rischio è che salteranno tante imprese e quegli imprenditori che non hanno colpa, si troveranno con una croce sulle spalle e non saranno più in grado di ridare vita a nuove imprese. Per questo – ha concluso – chiediamo un fondo per accompagnare le imprese che usciranno dal mercato».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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