
In Europa si corre, l’Italia va al trotto: la rivoluzione sarà completa in cinque anni
Secondo l’European Payment Report di Intrum, il principale operatore europeo nei credit services, la rivoluzione avviata con il programma del cashback potrebbe portare l’Italia a liberarsi completamente dei contanti in cinque anni.
Intrum ha intervistato un campione di circa 10 mila utenti, rappresentanti di PMI e grandi aziende europee di 25 Paesi per tracciare i dati dell’edizione 2020, e gli intervistati per l’Italia sono stati 864. Di questi, il 48% ha affermato di pensare che cinque anni siano gli anni necessari per essere totalmente cashless.
In Europa, la percentuale si alza al 57%: una dimostrazione della diversa ricezione del piano e dell’ottimismo che lo governa, soprattutto nei riguardi delle conseguenze.
Infatti, il 56% degli intervistati ritiene che aumenteranno i rischi dei pagamenti senza contanti soprattutto per quanto riguarda gli attacchi informatici. Il 37% teme che potrebbero aumentare i costi per le aziende, e ancora il 33% ritiene che una società con i pagamenti dematerializzati possa comportare una perdita di clienti.
In Italia ci sono situazioni differenti a seconda delle Regioni in cui vengono analizzati i dati: Abruzzo e Puglia sono quelle che credono di più nella moneta elettronica entro cinque anni con il 64% dei rispondenti che hanno espresso questa opinione. Nel Lazio la percentuale si abbassa appena al 61% ma rimane molto alta. Invece le più pessimiste in merito sono il Friuli Venezia Giulia, l’Umbria e il Molise: in queste Regioni la metà nel primo caso e la maggioranza della popolazione, il 60%, nel secondo e terzo, pensa che l’Italia non sarà mai un Paese cashless.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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