
Le domande più gettonate, quelle poste più spesso, quelle che non hanno trovato risposta e quelle per le quali una risposta non si può trovare sul web
Perché? Perché abbiamo avuto un anno così difficile? Perché scrivo questa rubrica? Nel 2020 gli argomenti più cercati sul web sono legati ai “perché”. La più umana delle caratteristiche, quella che ci porta a voler capire il motivo di tutte le cose, quest’anno è stata enfatizzata all’ennesima potenza. Quell’età che viviamo da piccolissimi, quando chiediamo ai genitori il “perché” di tutto, torna a vivere prepotentemente in quest’epoca così strana, che non sappiamo quando e come finirà.
Forse proprio questa incertezza si sfoga sul web, nuovo oracolo dei nostri giorni, oracolo spesso, bugiardo, e certo non indipendente. Come ogni stagione, Google ha stilato una curiosa classifica delle parole più cercate dei dodici mesi: i risultati sono spesso buffi, ma soprattutto dipingono un quadro preciso dell’”homo-covidis”.
In Italia la parola più cercata è, indovinate un po’… “coronavirus”! Ma al secondo posto, a sorpresa, ci sono le “elezioni USA”. La persona più cercata? Alex Zanardi, seguito da Silvia Romano e solo al quinto posto il premier Conte.
Gli italiani hanno cercato anche cosa significano “pandemia” e “MES”, ma – in un turbillon di confusione scatenato da confusi politicanti – anche “congiunti”, poi “come fare” il pane in casa, le mascherine, ma anche gli gnocchi, e a proposito di fai da te, causa chiusura parrucchieri, “taglio capelli uomo”, solo al nono posto, surclassato al primo posto da “pollaio” (sic!) e in tema di ricette non poteva mancare, per una Pasqua in lockdown, la colomba, anche se al primo posto regna l’intramontabile pizza. Abbiamo cercato nelle vicinanze panifici e benzinai, e per qualche ragione volevamo sapere dove si trovasse il fioraio più vicino (terzo posto) più che la vicina farmacia (settimo).
Ma in tutto il mondo le ricerche più frequenti e quasi compulsive sono stati i “perché”, come a voler e dover trovare a tutti i costi una spiegazione nelle cose. Volete sapere il più grande “perché” degli italiani nel 2020? “Perché si chiama coronavirus”… è solo al secondo posto, superato da “perché votare sì al referendum”. Se vi sembra strano sappiate che la medaglia di bronzo va a “perché le scope stanno in piedi”, e tra il sacro e il profano “perché si muore di coronavirus” e “perché i ricchi e poveri si sono separati”.
Il 2020 non ha smesso di farci essere umani: vogliamo sapere, conoscere, scoprire, curiosare e per farlo il modo più antico e semplice è domandare. Molte domande non hanno trovato risposta e tante risposte non ci stanno dentro a un motore di ricerca. È la cosa che ci rende ciò che siamo e ci distingue dalle macchine, eppure lo facciamo su un computer. Non so cosa sarà del 2021, ma di sicuro posso dirvi che continueremo a domandare: cerchiamo di farlo non davanti a uno schermo, ma dentro di noi.
di: Matteo VALLÉRO
Direttore editoriale Business24
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità di oggi 23 Dicembre 2020