
Pensionamento anticipato con l’Ape sociale, l’opzione donna e le misure che seguiranno Quota 100
La legge di bilancio ha previsto alcune novità per il tema, sempre delicato, del pensionamento. In particolare sono state introdotte nuove misure per sostituire Quota 100, che scadrà entro la fine del 2022 e non sarà rifinanziata. Quest’anno, l’età del pensionamento è fissata a 62 anni con un minimo di 38 anni di contributi, e chi raggiungerà tali requisiti entro il 31 dicembre potrà cristallizzare il diritto alla pensione, cioè potrà effettivamente lasciare il lavoro anche in data successiva (leggi qui).
È stata prorogata anche l’opzione donna, cioè quella misura che permette alle donne lavoratrici di andare in pensione con 35 anni di contributi e 58 anni di età, 59 le lavoratrici autonome. Tuttavia per poter accedere a questa opzione è necessario accettare il calcolo della rendita con il metodo contributivo, che è meno vantaggioso del 20/30% di quello retributivo. Inoltre per poter accedere a opzione donna è necessario attendere 12 mesi, che salgono a 18 per le autonome, prima di ricevere l’assegno pensionistico.
Prorogata anche l’Ape sociale: la misura di prepensionamento assistenziale che si può ottenere dai 63 anni di età e che non supera il massimo mensile di 1.500 euro. L’Ape sociale è destinata ad alcune categorie di persone in condizione di disagio: chi sta assistendo un parente di primo grado con handicap grave, oppure chi ha una condizione di invalidità riconosciuta o un’anzianità contributiva di 36 anni. Può anche accedere chi è lavoratore dipendente e, al momento della decorrenza dell’indennità, svolga da almeno 7 anni negli ultimi 10 o almeno 6 anni negli ultimi 7 attività per le quali è richiesto un impegno difficoltoso e rischioso, conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante.
Dal primo gennaio 2021 inoltre può accedere alla pensione in via naturale chi ha 67 anni e almeno 20 anni di contributi versati.
I pensionati quest’anno potrebbero vedere una differenza di uno o due euro in più lordi nella busta, con un conguaglio a gennaio di una cifra compresa tra 10 e 26 euro, per recuperare la rivalutazione del 2020. Cosa che potrebbe succedere anche nei prossimi anni, a causa dell’andamento dell’inflazione.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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