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H&M, negozi chiusi in Cina dopo il boicottaggio di Stato in merito al cotone dello Xinjiang

Alessia Malcaus
29 Marzo 2021
H&M, negozi chiusi in Cina dopo il boicottaggio di Stato in merito al cotone dello Xinjiang
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Insieme al marchio svedese boicottati altri marchi tra cui Nike, Adidas e Burberry Cina, alcuni negozi della multinazionale svedese dell’abbigliamento H&M chiudono i battenti dopo la campagna di boicottaggio sui […]

epa09095384 A security officer holds a sign reading 'no photos for commercial use' in front of an H&M store in a shopping area of Sanlitun in Beijing, China, 25 March 2021. International clothing brands H&M, Nike and Adidas face backlash in China for refusing to buy Xinjiang cotton over claims of forced labor and genocide in the region.  EPA/ROMAN PILIPEY

Insieme al marchio svedese boicottati altri marchi tra cui Nike, Adidas e Burberry

Cina, alcuni negozi della multinazionale svedese dell’abbigliamento H&M chiudono i battenti dopo la campagna di boicottaggio sui social media e i media di Stato. La campagna si è abbattuta contro diversi marchi che si rifiutano di utilizzare il cotone dello Xinjiang, la regione in cui vive la minoranza uigura, in seguito alle accuse arrivate da un’organizzazione per importanti violazioni dei diritti umani (ne abbiamo parlato qui).

Secondo i media cinesi, sono stati chiusi negozi in Mongolia Interna, nella provincia di Shandong, a Heilongjiang e nel Jiangsu. Nella città di Dazhou, nel Sichuan, smantellati anche i cartelloini pubblicitari di H&M.

Il gruppo svedese in Cina conta su una rete di 505 punti vendita e deve al mercato cinese circa il 5% circa delle sue vendite.

Ad essere colpiti dal boicottaggio, oltre a H&M, anche diversi marchi dell’abbigliamento sportivo e casual. Tra questi Nike, Adidas, Burberry. I loro prodotti sono stati dichiarati non disponibili anche sulle principali piattaforme e-commerce del Paese. La situazione è andata in ebollizione in particolare con l’aumento del livello dello scontro tra Usa e Unione europea, da un lato, e Cina dall’altro, con l’imposizione di sanzioni reciproche in relazione alle accuse di genocidio e utilizzo del lavoro forzato uiguro.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: EPA/ROMAN PILIPEY

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