
A soffrire di più il Sud ed alcune aree turistiche del Nord
17%. A tanto ammonta il rischio di disoccupazione in Italia nel periodo post-pandemia, con ripercussioni più pesanti al Sud e nelle aree turistiche del Nord, quelle che hanno maggiormente sofferto a livello economico per l’emergenza sanitaria tutt’ora in corso. La stima è contenuta nel Rapporto Italia Sostenibile 2021 elaborato da Cerved che ha valutato gli effetti per quest’anno della pandemia su occupazione e investimenti delle imprese.
Potrebbero perdere il lavoro ben 1,9 milioni di persone, soprattutto se la campagna vaccinale dovesse proseguire a rilento, con conseguenti ritardi sulla ripresa economica del Paese, e qualora dovessero esserci ritardi sulla spesa dei fondi europei, quelli provenienti dal Recovery Fund.
A soffrire di più sarebbero soprattutto alcune zone del Mezzogiorno, come Messina, Trapani, Vibo Valentia, Catanzaro, Sud Sardegna e Agrigento, già caratterizzate da indici di sostenibilità sociale molto bassi e con evidenti difficoltà a livello di occupazione, maggiori della media, ma anche zone turistiche e commerciali del Nord, come Rimini, Aosta, Livorno dove si stimano le peggiori perdite a livello nazionale. Nello specifico il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il 20% a Rimini, il 18% a Prato, il 15% a Venezia, Firenze, Aosta, Livorno e Milano.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ FRANCO SILVI
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