
Il commissario si dice favorevole alla proposta di Biden per una tassa globale alle imprese ma sarà dura per la riluttanza di alcuni Paesi Ue
«Servono alcune ulteriori condizioni per una piena ripresa dell’economia in Europa. Primo, la gradualità. Non dobbiamo ripetere l’errore delle crisi precedenti, di ritirare troppo presto gli aiuti ed esagerare con la necessità di risanare i conti. Secondo servono priorità chiare e su questo l’Ue ha definito molto energicamente le sue: la nostra priorità è la crescita sostenibile. Terzo, abbiamo una opportunità senza precedenti di trovare un accordo sulla tassazione globale. Dopo il cambio di amministrazione Usa la discussione va nella direzione giusta». La ricetta per la ripartenza dell’Italia arriva dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che è intervenuto ad un webinar del Feps-The Foundation for European Progressive Studies.
La futura “carbon tax” europea, chiamata “meccanismo di aggiustamento alle frontiere”, che sarà proposta dalla Commissione a giugno, interesserà probabilmente almeno all’inizio le importazioni nell’Ue ed i settori del ferro, dell’acciaio, del cemento e dei fertilizzanti. Gentiloni ha precisato anche che i Paesi terzi che esportano di più in Europa in questi settori, e quindi quelli che probabilmente saranno compiti da questa nuova misura, sono Egitto, Ucraina, Cina, Russia e forse Corea del Sud. Il meccanismo di aggiustamento alle frontiere mira a compensare lo svantaggio competitivo che le imprese europee hanno nei confronti di quelle dei Paesi terzi, quando queste ultime non devono sottostare agli stessi per la limitazione delle emissioni di CO2 equivalenti a quelli in vigore nell’Ue, come la “borsa delle emissioni” Ets, che impone un prezzo per quote di emissioni alla produzione. Gentiloni ha puntualizzato che no si tratta di un “executive order”, ma, come per tutta la legislazione europea, occorrerà tempo per arrivare all’approvazione finale e nel frattempo ci potranno essere consultazioni con i partner internazionali per cercare una eventuale cooperazione.
Sulla proposta di Joe Biden di una tassa globale sulle imprese al 21% Gentiloni ha anticipato che “non sarà un obiettivo facile“: ci sarà un negoziato, perché non solo c’è riluttanza tra alcuni Paesi Ue, ma anche a livello di G20, perché alcune economie emergenti erano scettiche sulla questione anche se si parlava di un’aliquota al 12,5%.
Gentiloni ha detto di apprezzare la proposta di Biden, anche sulla tassazione in Usa, perché farà da traino per l’Ue dove è molto difficile affrontare il tema fisco visto che serve l’unanimità. «Sono abbastanza ottimista che la spinta globale ci consentirà di superare le difficoltà interne, ma onestamente credo che la discussione sarà interessante nelle prossime settimane», ha aggiunto.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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