
Il motivo sarebbe sempre legato a presunte pratiche commerciali scorrette che minerebbero un acquisto consapevole da parte del potenziale cliente
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è tornata sul piede di guerra e questa volta la vittima è StockX, gestore dell’omonimo sito che permette agli utenti di acquistare e vendere beni di consumo, soprattutto sneakers, abbigliamento, accessori e prodotti elettronici. Il motivo per cui è finito sotto la lente d’ingrandimento dell’Agcom è sempre lo stesso: presunte pratiche commerciali scorrette.
L’Antitrust contesta alla piattaforma di eCommerce la “totale assenza, nel corso del processo di offerta/acquisto dei prodotti commercializzati sulla piattaforma, di qualsiasi indicazione sull’identità del venditore“. Circostanza che potrebbe indurre a considerare la piattaforma stessa la controparte contrattuale del consumatore.
Al vaglio c’è anche l’ingannevole presentazione del prezzo di vendita dei prodotti, visto che StockX non indica, fin dall’inizio del processo di offerta/acquisto, l’ammontare delle commissioni di elaborazione richieste agli acquirenti che di solito appaiono addebitate ai consumatori e vengono aggiunte al prezzo inizialmente indicato.
Infine viene contestata l’assenza di chiarezza delle informazioni circa l’identità dei professionisti che operano sulla piattaforma in qualità di venditori, i loro recapiti e la garanzia legale di conformità e il diritto di recesso, che non consentono ai consumatori di individuare ed esercitare agevolmente i propri diritti contrattuali.
Insomma in tutti e tre i casi, per farla breve, quello che mancherebbe è la totale trasparenza nei confronti del potenziale cliente, elemento essenziale per permettere al consumatore di essere perfettamente consapevole dei suoi acquisti.
di: Maria Lucia PANUCCI
Ti potrebbe interessare anche: