
Per spazio Schengen si intende un territorio comprensivo privo di controlli alla frontiera. Ecco quali sono le sue politiche comuni
Sentire parlare di area, o spazio, Schengen ormai è all’ordine del giorno. Ma di cosa si tratta precisamente e quali territori ne fanno parte?
Le origini di questa denominazione si hanno nel 1985 quando cinque Stati dell’Unione europea (UE) promuovono l’abolizione dei controlli alle frontiere interne. Oggi, ogni anno, i cittadini europei effettuano più di 1,25 miliardi di viaggi nello spazio Schengen portando a compimento l’idea di un’Europa senza frontiere, con notevoli benefici a livello economico.
Fanno parte dell’area Schengen 26 Paesi europei che hanno abolito le frontiere tra di loro. Si tratta di: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera. Di questi, 22 sono Stati membri dell’Ue mentre altri quattro (Norvegia, Islanda, Svizzera e Lichtenstein) rientrano nell’Associazione europea di libero scambio.
Cipro, Bulgaria, Romania e Croazia, sebbene appartenenti all’Ue, non sono stati ancora inclusi nello spazio Schengen. Cipro ha aderito nel 2004 ma deve risolvere la controversia cipriota prima di aderire al territorio senza frontiere. L’offerta di Bulgaria e Romania, parte dell’Unione europea dal 2007, di entrare a far parte di Schengen è stata respinta dal Consiglio dei ministri nel settembre 2011. Alla Croazia, infine, è stato chiesto di condurre una valutazione tecnica iniziata nel luglio 2015 ma nel giugno 2017 ha aderito al SIS II per la cooperazione in materia di contrasto portando sul piano politico la possibilità di rientrare nel territorio.
I microstati europei, Monaco, San Marino e la Città del Vaticano, non fanno ufficialmente parte dell’area Schengen ma mantengono le frontiere aperte con i rispettivi Paesi confinanti, la Francia e l’Italia.
C’è poi il caso di quei Paesi che non si trovano nel continente europeo ma rientrano in zona Schengen: le Isole Canarie, le Azzorre e Madeira. Al contrario, i dipartimenti francesi d’oltremare della Guyana francese, della Guadalupa, della Martinica, di Mayotte e della Riunione, e anche la collettività d’oltremare di Saint-Martin, fanno parte dell’Unione europea ma non della zona Schengen.
Le politiche di frontiere dello Schengen prevedono che i cittadini che passano da un paese Schengen a un altro paese Schengen non hanno bisogno di sottoporsi a controlli di frontiera, il che significa che non devono mostrare un documento di viaggio anche se un documento di identificazione è richiesto nei porti e negli aeroporti. Gli Stati membri, inoltre, sono obbligati a rimuovere tutti gli ostacoli per consentire un flusso fluido del traffico stradale. I controlli sono previsti solo in caso di possibili minacce alla sicurezza pubblica.
I Paesi membri, infine, hanno regole comuni per i cittadini dei Paesi non Schengen che chiedono di attraversare le frontiere esterne dell’Ue, comprese le politiche comuni di asilo.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA
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