
Approfittando dello statuto speciale della sua Regione, il capoluogo trentino fa da apripista per la prevista riforma fiscale
Si sa, le tasse non fanno mai piacere, figuriamoci quando investono il proprio nido domestico.
Purtroppo, però, si potrà fare ben poco per fermare l’imminente revisione del catasto (leggi qui), che dovrebbe portare a un sintomatico aumento delle imposte sugli immobili.
Il terreno di prova è il Trentino-Alto Adige, che intende limitare il numero degli alloggi disabitati e incoraggiare a un uso sostenibile del territorio a beneficio dei residenti. Questo potrebbe portare, secondo quanto dichiarato dallo stesso governatore Kompatscher, a un aumento “notevole” dell’imposta sulle seconde case.
Nei Comuni con meno case libere della Regione, che andranno stabiliti entro l’inizio della prossima estate, si applicherà un’aliquota maggiorata del 2,5%-3,5% sulle abitazioni che appartengono a persone non residenti; per chi è domiciliato nel Comune, invece, sarà attribuita un’aliquota ridotta.
Tenta di placare le acque il premier Draghi, che assicura che la revisione dei valori catastali garantirà che “nessuno pagherà di più o di meno”: dovremo però aspettare il 2026 perché le informazioni concernenti la manovra siano rese ufficiali.
di: Andrea BOSCO
FOTO: ANSA/G. NEWS
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