
“I rischi per la stabilità finanziaria rimangono contenuti. Occhio alle criptovalute”
«La ripresa dell’attività economica procede a un ritmo migliore di quanto atteso solo pochi mesi fa: la crescita del prodotto supererà il 6% quest’anno, recuperando oltre i due terzi di quanto perduto nel 2020». Lo ha detto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco nel suo intervento al convegno annuale dell’Associazione Europea del Diritto Bancario e Finanziario.
Permane tuttavia elevata l’incertezza. «Il nuovo incremento dei contagi in Europa e in altri Paesi sposta ancora in avanti la prospettiva post-Covid – ha aggiunto – ma a differenza dello scorso anno, le società del mondo avanzato sono oggi meno vulnerabili grazie alle massicce campagne di vaccinazione. Occorre proseguire con decisione nei programmi di immunizzazione ed estenderli alle aree che ne hanno beneficiato meno. Il definitivo superamento della pandemia può avvenire soltanto a livello globale».
Il sistema finanziario italiano e quello europeo hanno fatto fronte alla crisi pandemica senza subire rilevanti contraccolpi e gli interventi delle autorità fiscali e monetarie hanno contribuito in misura determinante a mantenere condizioni finanziarie distese. In Italia i rischi per la stabilità finanziaria provenienti dall’industria del risparmio gestito si mantengono contenuti, grazie al buon allineamento tra la liquidità dell’attivo e del passivo dei fondi comuni e alla ridotta dimensione dei comparti caratterizzati da alti livelli di leverage, secondo Visco. Sul piano internazionale essi possono invece essere particolarmente rilevanti per alcuni intermediari soggetti a requisiti meno stringenti o del tutto al di fuori del perimetro regolamentare, ma con estese interconnessioni all’interno del sistema finanziario.
Per quanto riguarda invece il mercato delle criptovalute questo presenta per il pubblico forti rischi e deve essere costante l’impegno per contenere i prezzi, informando i risparmiatori dei pericoli legati agli investimenti in quelle attività digitali che, per loro natura, hanno un valore instabile e sono altamente esposte a bolle speculative. «Per le cosiddette stablecoins, che si prefiggono di mantenere un valore stabile nel tempo e che potrebbero essere utilizzate per i pagamenti, abbiamo collaborato alla stesura delle 10 raccomandazioni adottate dal Financial Stability Board e riconosciute dal Gruppo dei Sette (G7) riguardanti le implicazioni normative e di vigilanza – ha aggiunto Visco. – Abbiamo inoltre partecipato attivamente al negoziato per la definizione di un quadro normativo europeo volto, tra l’altro, a garantire la redimibilità di tali attività. Operiamo nelle sedi della cooperazione internazionale per garantire che le innovazioni nei pagamenti digitali privati siano sicure; come ribadito nell’ambito del G7 nessun progetto di stablecoin può essere avviato fino a che non siano adeguatamente soddisfatti i necessari requisiti legali, normativi e di supervisione».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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