Ha assistito all’erosione dei suoi risparmi il 70% della popolazione già appartenente a ceti medio-bassi
L’Osservatorio Legacoop, con il partner di ricerca Ipsos, ha diffuso una ricerca in merito alle conseguenze della pandemia sui conti degli italiani: il dato che emerge conferma quello già emerso in altri report: il Covid ha esacerbato le disuguaglianze e le asimmetrie, provocando la contrazione dei risparmi e accelerando l’indebitamento di una buona fetta di popolazione, perlopiù già appartenente ai ceti medio-bassi.
Nello specifico il 45% della popolazione ha visto lentamente decrescere i propri risparmi; di questa fetta il 70% proveniva già dal ceto popolare, anche se ha sofferto anche il ceto medio-basso (58%). Il 49% delle famiglie ha dovuto tagliare o ridurre le spese non strettamente necessarie, mentre ha mantenuto inalterato o addirittura innalzato il livello di risparmio il 71% dei giovani fra i 18 e i 30 anni.
L’indagine ha scandagliato anche i motivi che hanno portato all’erosione dei risparmi degli italiani; al primo posto c’è il caro energia, con l’aumento delle bollette di gas, luce e acqua; anche qui la crisi è più incisiva per il ceto popolare (65% rispetto al 59% medio) e al sud (67%).
Ci sono poi l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari (49% in media, 54% nel ceto popolare) e la diminuzione delle fonti di reddito o dello stipendio (36% in media, 40% nel ceto medio-basso).
La popolazione che è riuscita a lasciare intatti i propri risparmi lo ha fatto al netto delle occasioni di svago, sempre più ridotte (nel 60% dei casi nel ceto medio) e aumentando il tempo trascorso in casa, rinunciando a viaggi e vacanze.
Fra le spese che hanno preoccupato maggiormente le famiglie troviamo quelle impreviste (indicate come responsabili di un’erosione dei risparmi dal 95% del ceto popolare), spese importanti come elettrodomestici (71%), acquisti non alimentari (nei 91% dei casi nel ceto popolare), spese dentistiche (87%) o mediche (67%), bollette (58%) e spese per l’istruzione (la media è del 57% ma, anche qui, nel ceto popolare si tocca il picco dell’83%).
Non per ultimi, anche gli acquisti alimentari hanno inciso negativamente sui risparmi del 51% delle famiglie italiane: anche in questo caso il ceto popolare ha subito la penalizzazione più forte, nell’83% dei casi.
più della metà delle famiglie (il 51%) ha incontrato difficoltà anche per gli acquisti alimentari: anche in questo caso, la penalizzazione più forte investe il ceto popolare, dove l’indice sale all’83%
«La pandemia ci lascia un paese ancora più diviso in due – spiega il presidente di Legacoop Mauro Lusetti – la crisi ha allargato le distanze sociali ed economiche perché ha colpito in modo diverso le persone e le famiglie».
«Attenzione – ricorda – è su questa situazione che poi si è aggiunto il caro prezzi che affligge 9 italiani su 10: ecco perché abbiamo denunciato con forza il rischio di una bomba sociale. Naturalmente il rallentamento dei consumi è un rischio da scongiurare, ma lo è altrettanto l’angoscia dei nostri concittadini per le spese mediche o dentistiche. Per ricostruire il paese oltre alle risorse, serve combattere la paura e investire sulla fiducia».
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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